FALCE E CARRELLO





Il Presidente di Esselunga ha presentato il 21 settembre 2007 alla stampa milanese il suo libro: soprusi e scorrettezze delle cooperative rosse in Italia. E ha svelato quello che a suo dire sarebbe il loro piano strategico: cancellare ogni libera concorrenza per mettere le mani sulla spesa degli italiani.

a cura di Leonella Zupo


Siamo nel lontano 1957, e in Viale Regina Giovanna a Milano apre il primo negozio Esselunga: ha così inizio la storia cinquantennale della prima catena di supermercati in Italia. Da allora Esselunga è cresciuta per arrivare agli attuali 128 punti vendita tra supermercati e superstore in Lombardia, Toscana, Emilia-Romagna, Piemonte, Veneto e Liguria. Nel 2006 il Gruppo Supermarkets Italiani – Esselunga ha realizzato vendite per € 4.916,7 milioni, con un incremento del 12,3% rispetto al 2005, e un utile netto consolidato di Gruppo di € 179,5 (107,2 milioni nel 2005). Le imposte contabilizzate nel 2006 sono state pari a € 152 milioni. Questo positivo andamento, malgrado un quadro congiunturale non certo favorevole, è il risultato di una profonda azione di riposizionamento strategico, implementato a partire dal 2005 e orientato con determinazione al ribasso dei prezzi. Rilevazioni indipendenti evidenziano che Esselunga ha mantenuto e mantiene il primato in Italia quanto a competitività di prezzo, distanziando nettamente i concorrenti. Nel 2006 il Gruppo ha investito più di € 300 milioni sia nello sviluppo della rete di vendita sia nella costruzione del nuovo centro di distribuzione di Biandrate (Novara). Il nuovo centro rappresenta una tappa di grande importanza per lo sviluppo di Esselunga. Da un lato, attraverso una più efficiente catena logistica dal produttore al consumatore, esso consentirà un ulteriore miglioramento dei processi di approvvigionamento della rete di vendita, elemento essenziale di successo soprattutto nei prodotti freschi, settore che da sempre rappresenta un punto di eccellenza dell’offerta commerciale. Dall’altro la sua collocazione sulla direttrice Milano - Torino consentirà di sostenere l’espansione territoriale in aree di sicuro interesse.


IL CHI E’ CHI DEL PRESIDENTE

Bernardo Caprotti nasce a Milano il 7 ottobre 1925. Dopo la maturità classica, si laurea in legge all’Università Statale di Milano. In seguito trascorre un anno in America, lavorando come montatore meccanico sui macchinari per la lavorazione del cotone, poi alla Borsa di New York. A 26 anni, dopo sei mesi dal suo rientro in Italia e in seguito all’improvvisa scomparsa del padre, assume la direzione dell’azienda cotoniera di famiglia, la Manifattura Caprotti. Nel 1957 partecipa – per iniziativa del gruppo Rockefeller - alla fondazione della Supermarkets Italiani SpA. All’inizio degli Anni ’60, la famiglia Caprotti acquista da Rockefeller il 51% della Supermarkets e, nel 1965, a 40 anni, Bernardo Caprotti ne assume la direzione. All’epoca esistevano 15 supermercati, 10 a Milano e 5 a Firenze. Verso la fine degli Anni ’60 l’azienda, dato il marchio con la esse iniziale allungata, viene chiamata dai clienti “il supermarket con la esse lunga”. Da qui la nascita di “Esselunga” e la denominazione della società. Da allora l’azienda si espande gradualmente, ampliando man mano il formato dei suoi negozi e allargando la propria offerta. A fine 2006 la società contava 132 supermercati, 17.000 dipendenti e un fatturato di circa 5 miliardi di Euro. Bernardo Caprotti ne è sempre alla guida.


Con Ferruccio De Bortoli a Milano…

“FALCE E CARRELLO” : ECCO LA DENUNCIA DI CAPROTTI

Tutto sarebbe ampiamente provato e certificato: foto, documenti autentici, testimonianze, materiali inediti. A 81 anni, Bernardo Caprotti rompe il riserbo di una vita e racconta in un libro denuncia ciò che ha subito dalle Coop. Il libro si chiama: “Falce e Carrello. Le mani sulla spesa degli Italiani”. È edito da Marsilio, e vanta la prefazione di un fuoriclasse come Geminello Alvi. “Ho obbedito a un impulso etico, ad una esigenza di verità”, dice Caprotti parlando del suo libro. “Non ho interessi personali da proteggere. Voglio soltanto che la gente sappia cosa si nasconde dietro una delle abitudini più semplici e più naturali di un cittadino: fare la spesa”. Non solo. “Noi sappiamo cosa significhi rendere un servizio al cittadino – aggiunge Caprotti parlando della “filosofia” della sua azione imprenditoriale – lo agevoliamo nel fare la spesa. E vogliamo anche aiutarlo ad aprire gli occhi sui conti dei suoi acquisti”. Un impulso etico che lo stesso Geminello Alvi ha messo in evidenza nella sua prefazione. “Questo di Caprotti non e’ un libro di vile polemica politica – scrive l’economista/editorialista – di quelle che ogni sera ci tocca digerire aprendo la Tv, nello smentirsi reciproco, senza mai prova dei politicanti. E’ piuttosto uno splendido trattato di economia, il cui criterio di verità è il bilancio di una vita. Chi lo leggerà, se onesto, se ne sentirà contagiato ed infine persuaso”. Anche perché i fatti raccontati da Caprotti “parlano da soli”: reperti etruschi usati per bloccare Esselunga e favorire Coop, terreni pagati cinque volte il loro valore di mercato, grazie alle risorse infinite del “prestito sociale”, condizionamenti di sindaci e assessori, finte manifestazioni sindacali fotografate per colpire Esselunga, perfino uno scippo ai danni di una signora sopravvissuta al campo di concentramento di Auschwitz. Tutto per colpire un’azienda e tutto un settore che osano sfidare il gigante economico agli ordini del PCI/PDS/DS. A questo progetto Caprotti si oppone strenuamente. E concluderà la sua conferenza stampa, che lo vedrà al fianco di Ferruccio De Bortoli, con un gesto non simbolico ma concreto: una visita in procura per un esposto denuncia contro il sistema che egli contesta nel suo libro. Un libro che non è soltanto un atto di accusa, ma anche un racconto denso, commovente, fatto di ricordi, storie, persone, episodi che hanno reso grande e piena di fascino la vita di Bernardo Caprotti e l’avventura imprenditoriale di Esselunga.