PASSEGGERI “SPOGLIATI”… DAI BODY SCANNER

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Gli scanner sono costosi, minano la privacy, forse sono dannosi per la salute, e molto probabilmente anche inutili: sarebbe il caso di migliorare i servizi di intelligence e la condivisione delle informazioni. Insomma, non è di questi dispositivi che la sicurezza aeroportuale ha bisogno, ma semmai di far lavorare meglio e insieme gli addetti all'intelligence di tutti i Paesi.

a cura di leonella zupo

La sperimentazione dei body scanner per i passeggeri in partenza verso gli Stati Uniti ha preso il via lo scorso 4 marzo all'aeroporto di Roma Fiumicino, lo ha fatto sapere in una nota l'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile, aggiungendo che alla presentazione - tenutasi presso il terminal 5 – sarebbero stati presenti anche i ministri dell'Interno Roberto Maroni, delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli e della Salute Ferruccio Fazio, oltre al presidente e al direttore generale dell'Enac, Vito Riggio e Alessio Quaranta.

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Ma cos’è esattamente questo body scanner? Innanzitutto, in italiano dovremmo tradurre il termine in “scansionatore del corpo”. Si tratterebbe di un dispositivo di imaging dell'intero corpo utilizzato per lo screening di sicurezza negli aeroporti, che permetterebbe un’ispezione finalizzata alla ricerca di armi e/o esplosivi, senza alcun contatto fisico diretto con gli addetti alla sicurezza. Dunque, ne esistono di due tipi: uno a onde millimetriche e un altro a retrodiffusione di raggi X. Per motivi di privacy, la testa è esclusa dalla scansione e le immagini dovrebbero essere immediatamente cancellate. L'analista è in un'altra stanza e quindi in teoria non può vedere la persona in corso di scansione, ma è in contatto con altri funzionari che possono fermare la persona se nella scansione appare qualcosa di sospetto. Ma secondo l'EPIC, Electronic Privacy Information Center, i body scanner non solo sono in grado di conservare le immagini catturate durante le scansioni, ma sono anche dotati di funzionalità per l’invio delle stesse. Dato l'utilizzo di radiazioni, c'è chi teme effetti per la salute, soprattutto nel caso di bambini e donne in gravidanza, o nel caso di persone che viaggiano frequentemente in aereo. Sono tuttora in corso verifiche per accertare eventuali rischi. Dopo alcuni giorni dall'attivazione del primo body scanner a Fiumicino, si legge sempre nella nota, sarà messa in funzione un'analoga apparecchiatura anche presso l'aeroporto di Milano Malpensa. Introdotti qualche anno fa come alternativa alla perquisizione da parte degli agenti aeroportuali, i body scanner furono respinti in larga maggioranza dal Parlamento Europeo nel 2008 per problemi di rispetto della privacy, mentre negli USA sono già presenti in 19 aeroporti. E ora vediamo a grandi linee come funzionano questi dispositivi, tecnicamente chiamati “scanner millimetrali”: fino ad oggi i rilevatori a raggi X erano in grado di “vedere” sotto i vestiti solo gli oggetti metallici, mentre gli scanner millimetrali usano invece radiazioni più leggere, ad altissima frequenza, che attraversano i vestiti e vengono parzialmente riflesse da qualsiasi oggetto, anche non metallico, e dalla pelle. I materiali opachi alle onde luminose, come i vestiti per esempio, risultano trasparenti a questo dispositivo, consentendo così di distinguere eventuali oggetti nascosti, mentre il grado di riflessione del nostro corpo causerebbe l'effetto “quasi nudo”. L'energia delle onde riflessa dal corpo o da altri oggetti viene raccolta da rivelatori posti diametralmente all'oggetto e poi usata per ricostruire un'immagine a tre dimensioni. Di questi tempi non si fa che parlare di privacy, ma paradossalmente il problema più eclatante che si pone, a questo punto, è che così, in pochi secondi (la scansione dura dai 2 ai 3 secondi), si “spogliano” – anche se non proprio letteralmente ma comunque virtualmente - le persone, e si è in grado di vedere un po’ tutto, compresi impianti vari o piercing in zone anche poco esposte. Difficile nascondere armi, esplosivi… Ma anche rotolini di grasso o malformazioni. Non è solo la privacy a preoccupare i sanitari che si stanno occupando di questi dispositivi per la cosiddetta sicurezza negli aeroporti: oltre al fatto di poter mettere in luce la presenza di protesi e altri dispositivi medici esterni o interni al corpo, c'è infatti il timore che le radiazioni emesse nel corso del loro funzionamento possano interferire con questi stessi dispositivi, mettendo a rischio non solo la privacy dunque, ma addirittura la salute dei viaggiatori. È ancora presto per dire se questi timori sono reali e sarà necessario concedere delle deroghe ai portatori di dispositivi quali pacemaker o defibrillatori, tenendo conto anche delle norme severe per la tutela della salute di queste persone previste ad esempio per i controlli di sicurezza in banca. Ma per fortuna sembra si stia indagando approfonditamente. A dare mandato alla sezione di studio sulla radioprotezione della Società italiana di radiologia medica (Sirm), per approfondire la questione, è stato lo stesso presidente dell'associazione, Alfredo Siani, che ha già provveduto a rassicurare tutti i possibili interessati. E i costi? Secondo il capo dell'Interpol, gli scanner sono costosi e praticamente inutili: bisognerebbe invece migliorare i servizi di intelligence e la condivisione delle informazioni. L'installazione dei body scanner negli aeroporti, infatti, non solo richiederà un'ingente quantità di denaro che in questo contesto socio-economico potrebbe essere meglio spesa, ma con ogni probabilità si rivelerà uno sforzo inutile, creando una barriera che i terroristi prima o poi aggireranno senza troppe difficoltà. Forse quindi non è di body scanner che la sicurezza aeroportuale ha bisogno, ma semmai di far lavorare meglio e insieme gli addetti all'intelligence di tutti i Paesi. Un altro grande rischio, da non sottovalutare, è la sempre maggior perdità di libertà: se si cederà il passo a queste pratiche fino a quando diverranno inesorabilmente consuetudini acquisite, gli “agguati” legati alla criminalità, e/o al terrorismo che dir si voglia, sarebbero comunque sempre potenzialmente nascosti ovunque, ovvero in qualsiasi luogo pubblico e privato. Anche senza voler parlare di cospirazione globale con cui forse i poteri economici mondiali intendono imporre uno stato a dir poco “orwelliano”, non ci vorremo certo rassegnare a vivere in una società di totale controllo permanente! Almeno questo io personalmente non me lo auguro e non lo augurerei a nessun essere umano presente sulla faccia della terra! A questo proposito potrebbero legittimamente sorgere in ciascuno di noi alcune riflessioni in merito a chi stia veramente controllando ciò che avviene nel mondo e con quale intento. Sono queste le domande che anche David Icke, noto giornalista e scrittore inglese, ha iniziato a porsi e a divulgare dagli Anni ’90, propugnando una teoria secondo cui il mondo sarebbe dominato da una ristretta cerchia di eletti. La gente comune sarebbe dunque indotta in massa a credere che la normale causa degli eventi nel mondo siano le conseguenze di forze politiche note, o eventi casuali e incontrollabili. Tuttavia, la storia dell'umanità è sempre stata manipolata ad ogni livello... Ora potreste chiedervi fino a quali terribili attività questa gente possa arrivare. Lasciamo a ciascuno la sua personale risposta. Secondo Icke, comunque, questi individui organizzerebbero incidenti in tutto il mondo, che poi richiederebbero ovviamente una risposta-reazione da parte dell’opinione pubblica ("bisogna fare qualcosa"!), per poi poter fare, appunto, e legittimati, qualsiasi cosa questi abbiano pianificato sin dall'inizio di fare. Per ora è solo una teoria? Speriamo…