PASQUA IN PORTOGALLO
Situato nell’estrema propaggine sud-occidentale della penisola iberica – di cui occupa un sesto della superficie – il Portogallo, grande meno di un terzo dell’Italia, costituisce un po’ la prua della nave Europa protesa ad ovest verso l’oceano Atlantico. Questo rettangolo di terra lungo 560 km e largo al massimo 230 non presenta confini naturali con la Spagna, ma la profonda differenziazione viene data dalla lingua, dal carattere e dalle tradizioni dei suoi abitanti, che da sempre hanno lottato per l’indipendenza dall’ingombrante vicino. Si tratta infatti di una delle nazioni più antiche del continente, risalente alla metà del 1200, e per etnia e cultura una delle più omogenee. Per ben cinque secoli e mezzo, a partire dal 711, anche il centro-sud portoghese fu soggetto al dominio dei Mori, i quali lasciarono tuttavia minori tracce della loro presenza rispetto alla Spagna. Nonostante le ridotte dimensioni, si presenta come un paese decisamente vario: estese montagne boscose a nord, ondulate colline soleggiate al centro, fertili pianure a sud, con 850 km di suggestive coste dove si alternano golfi, promontori, dirupi ed enormi spiagge sabbiose (quelle meridionali dell’Algarve, per il loro clima temperato mediterraneo, costituiscono una delle mete più ricercate del turismo balneare europeo) e le due maggiori città – Lisbona e Oporto – ubicate alle foci dei due maggiori fiumi. La scarsa fertilità agricola dell’interno ne ha da sempre fatto una nazione protesa verso il mare, l’esplorazione marinara e l’emigrazione. Quando, agli inizi del 1400, le conoscenze geografiche europee erano ancora piuttosto scarse (si conosceva a mala pena un quarto della terra), l’arte della marineria assai scadente e gli oceani costituivano una barriera pressoché insormontabile, uno dei primi re portoghesi - Enrico I, non a caso chiamato il Navigatore (anche se non staccò mai i piedi dal patrio suolo) – convocò a Sagres in Algarve i migliori matematici, astronomi, cartografi e marinai dell’epoca per creare una marineria moderna capace di affrontare gli oceani ed allargare gli striminziti orizzonti. Nacque così l’epopea delle grandi esplorazioni geografiche via mare, dapprima lungo le coste africane poi con le caravelle a solcare le acque di penisola arabica, India, sud-est asiatico, Cina e Giappone da una parte, Brasile dall’altra. Con una non trascurabile differenza: mentre i portoghesi furono degli escubridores, i loro concorrenti si trasformarono in conquistadores. In breve tempo il Portogallo divenne la prima nazione coloniale europea ed una delle più ricche, detentrice di parecchi monopoli commerciali, ricchezze che si estrinsecarono nella magnificenza del suo rilevante patrimonio artistico tuttora presente, ed in un peculiare stile architettonico esclusivamente lusitano, il manuelino, arzigogolata elaborazione all’eccesso del tardo gotico ma capace di produrre veri capolavori. Non è un caso, e risale proprio a quell’epoca, se il portoghese costituisce la terza lingua europea maggiormente diffusa nel mondo. Limitare, come tende a fare qualcuno, il Portogallo agli azulejos, le splendide piastrelle di ceramica dipinta, alla saudade, l’indefinita nostalgia dei suoi abitanti, alle melodiche canzoni del fado, ai mulini a vento dell’Estremadura, alle spiagge alla moda e ai vini rinomati, alle folkloristiche festas, risulterebbe estremamente riduttivo per un paese di lontana storia e di pregnante cultura.
Un possibile itinerario attraverso i molteplici volti del Portogallo non può che partire dalla capitale Lisbona, affacciata sull’oceano e inondata di luce, ricca di straordinari monumenti di ogni epoca. Da non perdere il quartiere fluviale di Belem, con l’antico faro gioiello munuelino e sito Unesco e il Mosteiro dos Jeronimos, monastero capolavoro dell’architettura manuelina, e il caratteristico quartiere dell’Alfama, un intrico di viuzze e gradinate sormontato da un castello moresco. Si parte per Monsaraz, grazioso paesino medievale e fortezza di confine, per giungere ad Evora, città museo patrimonio Unesco nel cuore dell’Alentejo con duemila anni di storia racchiusi tra le sue mura, e all’inespugnato castello di Almaourol, in un’isoletta sul Tago. Tomar possiede due dei monumenti più insigni del paese: il castello edificato nel 1160 dai Templari per contrastare gli arabi e l’enorme convento di Cristo, una delle massime espressioni dello stile manuelino. Il monastero di Batalha, patrimonio dell’umanità, è un capolavoro del tardo gotico eretto nel 1388 per celebrare la vittoria contro gli spagnoli che sancì l’indipendenza del paese. Conimbriga presenta invece le rovine di un insediamento antico, prima celtico e poi romano, il maggiore e ilpiù raffinato. Coimbra, capitale nel XII sec. dopo il dominio arabo, ospita la più antica università portoghese, mentre Oporto ha dato il nome al paese e ad un celebre vino, Braga ne è la capitale religiosa e Guimaraes è una graziosa cittadina medievale protetta dall’Unesco. Infine Vila Nova de Foz Coa, altro sito Unesco, offre migliaia di incisioni rupestri di epoca preistorica e protostorica.
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