LA MONTINA: VENT’ANNI DI FRANCIACORTA CON PASSIONE, DI PADRE IN FIGLIO
Non solo un’azienda vinicola, ma anche la settecentesca Villa Baiana, il Museo di Arte Contemporanea in Franciacorta Remo Bianco, una Galleria d’arte e un Wine Shop: questo e altro ancora il mondo racchiuso a La Montina, che quest’anno festeggia il suo Ventennale.
a cura di leonella zupo
Si trovano a Monticelli Brusati in provincia di Brescia, all’estremo lembo Nord Orientale della Franciacorta, Le Tenute La Montina, a ridosso di un ampio anfiteatro morenico, dove finiscono le strade carrozzabili e inizia la boscosa Valle Mugnina, una zona naturalmente vocata alla coltivazione della vite, ricca di storia e suggestioni paesaggistiche.
Le prime notizie sulla Tenuta risalgono al 1620, quando proprietaria della casa padronale era una nobile famiglia bresciana facente capo a Benedetto Montini – avo di Papa Paolo VI – il cui cognome originò il toponimo Montina. Da allora questa piccola località che comprende, oltre le terre vitate, la collina retrostante, è denominata per l’appunto La Montina. Passata di mano in mano nell’arco dei secoli, verso il 1970 la tenuta – in grave stato di abbandono - ospitava un convento di Suore Dorotee, trasferitesi successivamente in Valcamonica. Ad acquistarla, nel 1982, e a farla rinascere dalle ceneri di un passato centenario, sono stati Vittorio, Gian Carlo e Alberto Bozza, che - fedeli alla tradizione enologica di famiglia - l’hanno riportata all’antico splendore e ne hanno fatto la sede delle Tenute La Montina, un’azienda che ha scritto la storia della moderna Franciacorta vitivinicola. Oggi La Montina, assolutamente vocata alla produzione di Franciacorta, è una delle aziende più rappresentative e dinamiche della zona, qualificata e conosciuta sia a livello nazionale che internazionale e – con il logo La Montina per la cultura - è impegnata con passione in iniziative artistiche e culturali.
Il 2010 rappresenta per l’azienda una tappa importante, una nuova fase della storia iniziata nel 1987 con la prima vendemmia commercializzata nel 1990, per giungere a quella del Ventennale 2007, in degustazione da quest’anno. E per celebrare le prime venti vendemmie, la famiglia Bozza ha rinnovato non solo l’immagine grafica aziendale, ma anche il design delle bottiglie nei formati Classico, Magnum e Jeroboam. La nuova immagine è stata creata dall’artista Paolo Menon, membro del Museo della Permanente di Milano, noto per la sua passione e conoscenza del mondo dell’enologia, che ha interpretato con sensibilità lo stile attuale dell’azienda. Gli elementi sculturali della nuova bottiglia esprimono eleganza e austerità: dalle linee sinuose dell’ampolla, il lungo collo riceve alla base un cammeo fuso nel vetro, raffigurante due leoni che reggono una tiara. L’altorilievo intende fondere simbolicamente la cultura bresciana del territorio rappresentato dal leone dell’antica Brixia fidelis (motto blasonato della città di Brescia), all’orgoglio leonino de La Montina, radicata nella seicentesca tenuta di campagna bresciana appartenuta a Benedetto Montini, da cui inoltre prese nome la collina retrostante. Altro elemento di seduzione visiva – altrettanto importante nel suggellare i gesti creativi da dedicare a un vino – è l’etichetta, che s’incastona nella nicchia in bassorilievo. Ogni etichetta è stata declinata nei sei colori che contraddistinguono le altrettante tipologie dei Franciacorta La Montina: il color avorio per i Brut, l’oro per i Brut Millesimato Aurum, l’argento per i Brut Satèn Argens, il verde per gli Extra Brut, il rosa melograno nelle versioni Rosé Demi Sec (bottiglia nera) e Rosé Extra Brut Rosatum (bottiglia trasparente), per concludere con un’etichetta di colore nero, logo in oro per denominare le Vintage, le grandi Pas Dosé Riserva, orgoglio di questa operosa famiglia. Non da ultimo, una piccola raffinatezza grafica: il nuovo logo riportato sulle etichette riprende la storica “M”, in omaggio alla continuità con il carattere tipografico che l’azienda ha utilizzato fino al 2010.