CLIMA, ITALIA SOTTO ESAME


Si e' aperta a Roma, al palazzo della Fao, la prima Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici, promossa dal ministero dell'Ambiente e organizzata dall'Agenzia per la protezione dell'Ambiente (Apat). La due giorni del 12 e 13 settembre dovrà fare il punto dell'emergenza clima. Situazione non rosea per l'Italia dove gli effetti, come nel resto del Pianeta, sono già in atto e anche evidenti. Spiagge che scompaiono, coste che arretrano, ghiacci alpini che continuano la ritirata, scenari tropicali nella natura. Saranno oltre 100 gli scienziati al capezzale del clima. Ad ascoltare una platea vastissima visti i numeri da record di partecipazione: oltre 2.200 gli accrediti già rilasciati per la presenza attiva alla conferenza; 240 i giornalisti e più di 80 tra operatori e fotografi registrati. In più, per assicurare la più vasta partecipazione tutta la Conferenza sarà trasmessa in diretta sia in streaming video sul sito web www.conferenzacambiamenticlimatici2007.it che in diretta sul canale satellitare Cinquestelle Sky906. Ha presenziato all'apertura dei lavori il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Chiuderà la due giorni il premier Romano Prodi. Tante le sessioni di studio, dalle risorse idriche all'agricoltura, dal suolo e coste alla biodiversità e foreste. Argomenti trattati nei 16 appuntamenti di avvicinamento alla conferenza organizzati in tutta Italia tra giugno e luglio. Alla Conferenza di Roma, ci sarà anche la dimensione europea con i massimi rappresentanti delle organizzazioni internazionali. Padrone di casa il ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio. Obiettivo della Conferenza, quello di arrivare a un piano di sicurezza ambientale.

GHIACCIAI ITALIANI MALATI - Ennesimo bilancio in negativo nell' estate 2007 per i ghiacciai alpini italiani, che sotto i 3.500 metri a questo ritmo rischiano di scomparire nel giro di 20 anni. "Il ghiacciaio di Ciardoney sul Gran Paradiso quest' estate ha perso 1,5 metri di spessore e il fronte glaciale è arretrato di 10 metri di lunghezza rispetto all'anno scorso" afferma Luca Mercalli, presidente della Società meteorologica italiana, appena rientrato dall'ultimo monitoraggio. La salute dei nostri ghiacciai e le possibili strategie per difenderli dall'estinzione,saranno uno dei nodi chiave che verranno affrontati dalla Conferenza. "Quello dello Ciardoney infatti si può considerare un ghiacciaio campione rispetto alla zona alpina occidentale - spiega Mercalli - un dato significativo per l'area tra Francia, Italia e Valle d'Aosta". Lo Ciardoney insomma fa da termometro della salute di tutti gli altri ghiacciai sotto i 3.500 metri, per questo viene misurato regolarmente. "Il monitoraggio si effettua tutti gli anni a settembre - afferma l'esperto - l'anno glaciologico infatti comincia ad ottobre, con la prima neve invernale in alta quota, e termina a settembre, in questi giorni, quando conclude la sua fusione estiva". Durante l'estate 2007 sono state confermate variazioni di temperature rilevanti? "La temperatura registrata nei tre mesi di giugno, luglio e agosto nella zona alpina occidentale è stata di un grado superiore alla norma" spiega Mercalli. "Sullo Ciardoney - spiega l'esperto - non è rimasto nulla della neve invernale: non c'é nessuna riserva per i prossimi anni, è come aver lasciato il freezer con lo sportello aperto". Il bilancio 2007 è quindi negativo, ma per fortuna non eccezionale, quanto la terribile annata del 2003, quando erano stati persi ben tre metri di spessore. E anche nel 2007 i fronti glaciali sotto i 3.500 metri si confermano quelli più a rischio estinzione. "Questi piccoli ghiacciai tra i 3.000 e i 3.500 metri a questo ritmo scompariranno nel giro di 20 anni - afferma l'esperto - a differenza di quelli presenti su Monte Bianco o Monte Rosa, oltre i 4.000 metri, che dovrebbero resistere qualche decennio in più ". L'allarme ghiacciai 2007 infatti risulta in linea con i dati degli anni precedenti. Come quanto emerso dalla campagna glaciologica dello scorso anno nelle Alpi Occidentali: su 71 ghiacciai misurati nel 2006, ben 69 risultavano in regresso. A fornire questi numeri Gianni Mortara, dell'Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del Cnr di Torino. Tre in particolare i ghiacciai che risultavano in maggiore arretramento: il ghiacciaio del Gran Paradiso, la cui estensione si è ridotta di 174 m negli ultimi tre anni, quello del Soches-Tsanteleina nel settore piemontese valdostano, che segna un meno 116 metri nello stesso arco temporale e il Lavassey, con una regressione pari a meno 76 metri. Anche il Lys, uno dei due ghiacciai del versante sud del Monte Rosa, di cui Luca Mercalli ha studiato l'andamento dal 1812 ad oggi, sta cambiando aspetto. Dai dati della ricerca emerge che nel 1999 questo ghiacciaio ha raggiunto il punto più arretrato degli ultimi due secoli e continua ad indietreggiare. In generale, le formazioni glaciali stanno facendo dietrofront sempre più velocemente, in particolare dal 2003, complice anche la diminuzione della nevosità in regioni come la Valle d'Aosta. Dal 1926 si sono sempre verificate con una certa regolarità, circa ogni 5 anni, annate di neve fresca particolarmente abbondante. Nel 1986 invece è iniziata una netta inversione di tendenza e solamente nel 2003-2004 è stato registrato un inverno poco più nevoso del normale e non particolarmente abbondante.

Fonte: ANSA – 12 settembre 2007