MILANO - EXPO 2015



L’Italia deve cambiare format e modo di fare incoming turistico. Bisogna saper scegliere cosa proporre,  partendo da target e domanda, non dall’offerta.


Tutti parlano di Expo Milano. La parola magica per l’Italia è Expo2015. Non c’è iniziativa, dal Gottardo alla Sila, da Ponente a Levante, che non si dichiari nata per Expo 2015. Eppure molte aziende e imprese sono ancora indecise. Molte regioni e enti hanno aperto bandi.  Tutti vogliono salire sul carro nella speranza di portare a casa qualcosa, di essere in prima fila, di captare il turista passante in Fiera e fuoriExpo. Tutti lanciati su convegni, congressi, incontri, seminari, meeting a parlare di nutrizione e alimentazione, di terra e di suolo, di bio e biologico, di cibo natura e cibo spazzatura. Expo Milano è vetrina, è cultura, rappresentanza, diplomazia…cioè tutto quello che può contribuire a migliorare e far crescere il valore globale, anche PIL, del nostro Paese: bisognerebbe dare dimostrazione di efficienza e capacità. Eppure sul turismo continuiamo a fare autogoal. Non si può attivare il meccanismo a 6 mesi dall’inaugurazione, non ha senso parlare di marketing territoriale o di impresa. Il viaggio in Italia è ancora in cima alla lista dei desideri dei viaggiatori mondiali, ma il sentiment della qualità della vacanza è sceso dal 28° al 57° posto. Secondo un altro rapporto come marchio turistico siamo caduti dal 1° al 18° piano! Il Wordl Economic Forum fa presente che la gestione delle ricchezze culturali e paesaggistiche del BelPaese sono al 53° livello e per l’uso delle norme ambientali all’83° posto. Spingere su un turismo di territorio, di percorso, di pacchetti itineranti è veramente difficile. Eppure il turismo in Italia rappresenta il 10,5% del PIL con 2,6 milioni di addetti e potrebbe anche raddoppiare il giro d’affari grazie all’ampliamento di mete, luoghi, formule turistiche. “La miopia turistica ha fatto disastri, e si continua a farli senza essere in linea con la domanda del turista mondiale. Se bidonato il turista non ritorna. L’offerta turistica mondiale oggi è variegata e ampissima” denuncia Gian Antonio Stella dal Corrierone. Le imprese private vogliono farsi conoscere, vogliono mostrare i propri prodotti:  le imprese agroalimentari possono essere luoghi turistici, meglio se integrati da altre imprese recettive, culturali, ambientali.  

Pienamente d’accordo con quanto recentemente affermato dal commissario Sala, l’ambasciatore Sgarbi, il governatore Maroni e il giornalista Stella,  Expo non può azzerare tutti gli errori del passato visto che i vari enti nazionali – chi più chi meno – sono commissariati e inseriti nella spending review, ma le azioni attivate in questi ultimi 120 giorni sono fondamentali.