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NUOVE NOMINE IN ASSOGIOCATTOLI: VILLA PRESIDENTE, TAVERNA DIRETTORE




Ambrogio Villa, 54 anni, è il nuovo presidente di Assogiocattoli, l’associazione che riunisce 143 imprese industriali, di importazione e di agenti e rappresentanti che coprono più dell’80% del mercato nazionale dei settori legati al mondo del giocattolo, della prima infanzia e della decorazione natalizia. Villa, laurea in ingegneria al Politecnico di Milano e titolare dell’azienda di famiglia (calcetti da tavolo, articoli sportivi, armi giocattolo e articoli di carnevale), guiderà nel prossimo quadriennio l’associazione che fa parte di Federvarie, aderente a Confindustria. Prima di essere nominato presidente, Villa aveva ricoperto la carica di Consigliere e di Vice Presidente.

Contemporaneamente Assogiocattoli ha un nuovo direttore. E’ Paolo Taverna, 48 anni, milanese e bocconiano, fino a ieri direttore operations di Fiera Milano International. Taverna, che vanta esperienze direzionali, relazionali e operative rilevanti, curerà anche l’organizzazione delle fiere che Assogiocattoli controlla attraverso la Società Salone Internazionale del Giocattolo Srl.  Si tratta della manifestazione internazionale Festivity e di  G! come giocare, evento dedicato alle famiglie e al gioco, lanciato nel novembre 2008.

Il nuovo corso di Assogiocattoli – ha riferito il neo-presidente - si ispira a tre criteri-chiave: rafforzare il legame dell’associazione con le istituzioni nazionali ed estere; sviluppare un intenso programma di sostegno all’internazionalizzazione delle imprese, anche utilizzando la leva delle fiere italiane ed estere; promuovere e valorizzare il marchio Assogiocattoli.

ASSOGIOCATTOLI

L’associazione (area Confindustria) riunisce 143 aziende

Per informazioni: 

Cinzia Forlani

Tel. 02 39210458

Fax 02 33001415

e-mail: info@assogiocattoli.it

AMBROGIO VILLA NUOVO PRESIDENTE DI ASSOGIOCATTOLI





Ambrogio Villa è il sesto presidente eletto al vertice dell’Associazione Italiana Imprese Addobbi e Ornamenti Natalizi, Giocattoli, Giochi e Modellismo, Articoli di Puericultura.

Assogiocattoli riunisce 143 imprese industriali, di importazione e di agenti e rappresentanti che coprono più dell’80% del mercato nazionale dei settori legati al mondo del bambino.

Ambrogio Villa guiderà Assogiocattoli per il prossimo quadriennio (2008-2012) supportato e coadiuvato dai Consiglieri:

1. BERTE’ Dario GIOCHI PREZIOSI SPA

2. BREVI Mauro BREVI SRL

3. BURATTI Massimo T.T. TOYS TOYS SPA

4. CASELLA Enzo CASELLA di Enzo Casella Snc

5. CAVAZZI Paolo BIEMME SPA

6. CLEMENTONI Giovanni CLEMENTONI SPA

7. GALATI Roberto ADG Scrl

8. IACONO Paolo HASBRO ITALY SRL

9. LAZZARIN Paolo LEGO SPA

10. MARCHI Luca EUROMARCHI SRL

11. MARELLI Roberto ARTSANA SPA

12. PAPETTA Donatella TOP COMPANY SRL

13. PARODI Paola PEG PEREGO SPA

14. QUERCETTI Stefano QUERCETTI & C. SPA

15. RANIERI Gianfranco FLORA SRL

16. STROPPIANA Marco MONDO SPA

17. TOMASI Luca L’INGLESINA BABY SPA

18. VECCHIO Franco COREL SRL

19. VILLA Ambrogio VILLA GIOCATTOLI SRL

20. VOLKAN Herrmann HERVIT SRL

Nato nel 1954, Ambrogio Villa vanta una formazione culturale prevalentemente tecnica avendo conseguito la maturità scientifica e la laurea in ingegneria presso il Politecnico di Milano. Dopo una breve esperienza esterna, entra nell’azienda di famiglia, Villa Giocattoli Srl, che da oltre quarant’anni produce: calcetti da tavolo, articoli sportivi, armi giocattolo, articoli di carnevale e bolle di sapone. La sua presenza nella vita associativa di Assogiocattoli è ormai più che pluriennale, avendo ricoperto la carica di Consigliere prima e di Vice Presidente poi. Gli obiettivi che, in ambito associativo, il nuovo Presidente si prefigge di sviluppare sono, sinteticamente, i seguenti:

Rafforzare sempre più il legame con le Istituzioni sia a livello Nazionale che a livello Europeo; Sviluppare un intenso programma di sostegno all’internazionalizzazione delle imprese associate intensificando i rapporti con il Ministero dello Sviluppo Economico e l’Istituto del Commercio Estero, favorendo la partecipazione alle Fiere estere; Consolidare Festivity, rafforzare G! come giocare e rilanciare B! come bambino, le tre manifestazioni simbolo delle categorie merceologiche rappresentate da Assogiocattoli; Promuovere e far conoscere il marchio Assogiocattoli valorizzandolo in modo che diventi sinonimo di garanzia, serietà e professionalità a beneficio dei Soci che ne fanno parte.

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Assogiocattoli

Tel. 02 39210458

Fax 02 33001415

e-mail: info@assogiocattoli.it

ALBERI DI NATALE SINTETICI: FALSI E INGIUSTIFICATI GLI ALLARMISMI


Assogiocattoli intende precisare che quanto dichiarato in questi giorni dalla stampa e dalle televisioni sulla tossicità degli alberi di Natale sintetici e sul loro presunto rincaro è totalmente ingiustificato.

L’Associazione assicura che gli alberi sintetici venduti delle aziende associate - 120 tra le principali aziende italiane nel settore giocattoli, puericultura, modellismo e addobbi e ornamenti per Natale e feste in genere - sono conformi alle norme vigenti relative alla sicurezza sia a livello nazionale che internazionale, soprattutto per quanto riguarda la parte chimica e le materie coloranti. Il rispetto di tali norme è infatti garantito da costanti controlli effettuati sia dalle ditte importatrici che dai produttori nazionali per garantire al consumatore, grande e piccino, un costante adeguamento della qualità e del livello di sicurezza: prova ne sia la sempre maggior presenza degli operatori italiani non solo sul mercato interno, ma sui mercati dei maggiori Paesi industrializzati dove tali parametri sono attentamente controllati. L’albero artificiale, oltretutto, pur mantenendo, unitamente al presepio, il rispetto delle tradizioni tanto care alle nostre famiglie, svolge una funzione ecologica di primo piano evitando dissennati disboscamenti. Inoltre, grazie alle norme costruttive e all’evoluzione dell’impiego di nuove e sempre più sofisticate materie prime, garantisce il rispetto delle direttive internazionali sullo smaltimento dei rifiuti, allungando per un periodo più che decennale il suo utilizzo, cosa non possibile con il tradizionale abete naturale. Chi acquista un albero sintetico esprime un ulteriore forte senso ecologico in quanto salvando migliaia di alberi veri dalla loro “strage” li sottrae ad un vero e proprio shock termico che in pochi giorni li fa morire con la conseguente perdita di aghi e l’essicamento di rami. Infine, per quanto riguarda gli aspetti più propriamente economici, Assogiocattoli intende puntualizzare che i listini destinati alla distribuzione si sono mantenuti, al massimo, entro l’evoluzione dell’inflazione senza prendere in considerazione le fluttuazioni verificatesi, soprattutto nella prima parte dell’anno, sulle quotazioni internazionali delle materie prime impiegate nella produzione di pini artificiali e ai costi legati alla logistica.

Assogiocattoli – Tel. 02 39210458

info@assogiocattoli.it

Gennaio 2009: conferma di Festivity


Rassegna di rilievo mondiale per gli addobbi natalizi, la manifestazione milanese punta per l’edizione 2009 a una crescita del numero di espositori, riferisce Gianfranco Ranieri, presidente di Salone Internazionale del Giocattolo srl, e guarda con interesse al settore del giocattolo per un’espansione nei prossimi anni

di Leonella Zupo

Anche nel 2009 (dal 15 al 19 gennaio, orario 9:30–19:00), nel quartiere espositivo Fiera Milano di Rho-Pero, si accenderanno i riflettori su Festivity, mostra annuale riservata agli operatori professionali dei settori interessati, organizzata dal Salone Internazionale del Giocattolo srl e gestita – in qualità di segreteria organizzativa – da Fiera Milano International. Saranno due, il 22 e il 24, i padiglioni interamente dedicati al mondo delle festività: dalle decorazioni e addobbi per il Natale al gioco e giocattolo, senza dimenticare il Carnevale.

Per conoscere in anteprima le aspettative degli organizzatori e per avere qualche anticipazione sulle novità della manifestazione, che vedrà l’affluenza di grossisti, buyer della grande distribuzione, dettaglianti e agenti, a fine ottobre abbiamo incontrato Gianfranco Ranieri, presidente di Salone Internazionale del Giocattolo srl: «L’andamento delle richieste – in termini di superficie occupata – è attualmente di poco inferiore a quello di un anno fa», riferisce Ranieri, «ma, nonostante la vicinanza di date con la fiera di Francoforte [Christmasworld] e le difficoltà del momento commerciale ed economico che stiamo vivendo, la presenza numerica degli espositori è assolutamente in linea, se non superiore, a quella del gennaio 2008. Naturalmente le aziende manterranno gli standard di investimento per quello che riguarda la presentazione dei prodotti, la gradevolezza e il particolare appeal degli stand, in sintonia con il livello della manifestazione. In un’ottica di risparmio aziendale, dunque, c’è stata soltanto una riduzione degli spazi da parte di alcune realtà, come forse era prevedibile immaginarsi. Tutto sommato, comunque, i dati sulla partecipazione sono positivi e dimostrano che l’evento è giudicato importante e preso in attenta considerazione. Festivity, peraltro, è la prima fiera del settore che debutta a gennaio, subito dopo il Natale. I risultati, anche economici, sono già abbastanza soddisfacenti e ci auguriamo di recuperare anche quei pochi spazi che ancora ci servono per riconfermare il successo della passata edizione».

Servizi accessori e internazionalità

In un’ottica d’incentivazione degli operatori, per quanto concerne i servizi accessori, è stata ampliata la gamma degli alberghi aderenti a una convenzione riproposta per il secondo anno consecutivo ad agenti, visitatori ed espositori, che potranno usufruire di una serie di agevolazioni economiche (rapporto qualità-prezzo eccellente) e logistiche (bus-navetta gratuito da e per la Fiera). Per la scorsa edizione, in via sperimentale, gli hotel coinvolti direttamente dal Salone sono stati due, in riva al Lago di Como; per il 2009 – visto il successo conseguito nel gennaio di quest’anno – la proposta è stata raddopppiata con l’inserimento di altri due alberghi, per un totale di quattro strutture, tutte 4 stelle: Barchetta e Palace del Gruppo Villa d’Este, Metropole Suisse e Cruise.

Sempre in quest’ottica d’incentivazione, proprio per andare incontro agli espositori, con un considerevole sforzo finanziario da parte del Salone, anche le tariffe degli spazi espositivi non subiscono aumenti dal 2007, malgrado l’incremento intervenuto nei costi di Fiera Milano. La manifestazione sembra orientata a diventare sempre più internazionale: «Stiamo in effetti promuovendo un discorso internazionale», puntualizza Ranieri. «Tra l’altro, abbiamo diramato un invito ai rappresentanti delle riviste europee del settore giocattolo, riunite nell’International Toy Magazines Association (ITMA), confidando che vorranno essere ospiti di Festivity e parlare anche sulle loro testate del Natale italiano. Inoltre, stiamo facendo proposte interessanti anche ad operatori esteri mirati, offrendo loro condizioni particolari».

Trend e giocattolo

È in fase di definizione la realizzazione di un’area trend in cui le aziende potranno proporre colori e prodotti, idee e novità in vista del Natale 2009. Dopo il successo degli ultimi anni, è riconfermata la zona relax con l’Happy Hour, un’iniziativa affidata alla Provincia di Bolzano, con calde ambientazioni che, oltre ai momenti di ricreazione, concorreranno a fornire spunti nuovi e ulteriori proposte di allestimenti. Numerose anche le aziende del settore del giocattolo (intorno al 15% del totale degli espositori) che hanno già preso contatti con il Salone per essere presenti, mentre si stanno definendo diverse nuove adesioni: «Il giocattolo rappresenterà sicuramente il futuro di Festivity», afferma Gianfranco Ranieri; «ovvero, potremo crescere come Festivity essenzialmente ampliando la partecipazione delle aziende del giocattolo, sia nazionali sia internazionali. Ormai abbiamo individuato la necessità di procedere in questa direzione, anche perché in Italia manca un Salone del giocattolo mirato al trade e proprio su questo lavoreremo con determinazione nei prossimi anni. Da parte di tutte le aziende, d’altro canto, viene espressa la volontà di rinnovarsi e diversificarsi e di offrire regolarmente nuove proposte alla clientela».

Le novità si potranno dunque sicuramente trovare anche a Festivity, a Milano, vetrina di valore internazionale sia sotto il profilo del trend sia in relazione all’innovazione, alle idee e alla promozione. Con in più un gusto tutto “made in Italy”, naturalmente!

G! come Giocare


Un nuovo Salone dedicato al gioco, ai bambini e alle loro famiglie

3 giorni di giochi, spettacoli e attività ricreative

per un pubblico tra 0 e 10 anni

Vi aspetta un lungo week end di giochi e divertimento da venerdì 14 a domenica 16 novembre 2008 con il nuovo evento G! come Giocare (fieramilanocity, Padiglione 1), una manifestazione che nasce dalla volontà di promuovere la cultura del gioco ed attribuire ad esso un valore, non solo come aspetto ludico, ma anche come aspetto formativo della personalità del bambino. G! come Giocare è un evento nuovo nei contenuti e nella formula il cui filo conduttore è l’importanza del gioco nella crescita del bambino ed per questo che si articolerà attraverso momenti di intrattenimento interattivi e attività ricreative molto particolari. I protagonisti assoluti saranno i piccoli visitatori presenti in fiera che potranno divertirsi partecipando agli spettacoli, ai giochi organizzati e provando tutti i giocattoli esposti, senza nessuna restrizione. I giochi non saranno in vetrina, i bambini potranno toccarli, usarli, divertirsi a provarli…. un’occasione di svago e di conoscenza davvero unica. Saranno tre giornate di grande divertimento per tutti, bambini e famiglie: una kermesse particolare, anche un po’ magica considerando che tutte le aziende presenti daranno vita, insieme agli Organizzatori, ad eventi di vario tipo, dedicati a tutti i bambini. Tra le tante attività, tornei di basket, di calcetto, tiro al bersaglio; rappresentazioni di fiabe, spettacoli di micro magia, di burattini, intrattenimenti musicali, balli e movimento di gruppo, giochi di società. E poi tante altre iniziative che permetteranno ai bambini di dare sfogo alla loro fantasia e creatività: potranno per esempio, giocare con macchine fotografiche ed immortalare i loro accompagnatori; imparare a creare sculture di palloncini, creare decorazioni natalizie e personalizzare gli alberi di Natale. E poi ancora… trasformare, truccare e pettinare le proprie dolls preferite, costruire dei castelli e provare l’emozione di pilotare auto e moto elettriche. Un’ampia area sarà invece dedicata allo sport e ai giochi all’aria aperta, con la presenza della Società calcistica F.C. Internazionale. Il Salone sarà aperto al pubblico, con ingresso gratuito e oltre ai giocatoli (tradizionale/tecnologico/didattico) saranno presentati i prodotti per la prima infanzia, lo sport, il tempo libero e l’alimentazione. All’interno di G! come Giocare sarà anche possibile acquistare una selezione dei prodotti esposti presso il “Toy Shop”, uno speciale negozio allestito dalla società già gestore dei punti vendita Toys Center. E, tra un gioco e l’altro, i bambini potranno fare una piccola pausa di ristorazione con snack e merendine offerte da Milano Ristorazione (la Società del Comune di Milano che gestisce la ristorazione scolastica) o gustando latte e succhi messi a disposizione da Carnini. Dedicato ai più grandi invece, uno spazio rivolto alla sicurezza del giocattolo: esperti del settore potranno fornire informazioni su vari argomenti riguardanti proprio la sicurezza del giocattolo e la contraffazione delle merci. G! come Giocare, ideato e organizzato da Salone Internazionale del Giocattolo- Assogiocattoli e gestito (in qualità di segreteria organizzativa) da Fiera Milano International, è stato fortemente voluto e sostenuto da un Comitato promotore del quale fanno parte: Clementoni, Flora, Giochi Preziosi, Gruppo Cartorama, Mattel, Peg Perego e Top Company. La manifestazione ha ottenuto la collaborazione della Regione Lombardia ed il patrocinio dell‘Assessorato alla Salute del Comune di Milano. “I giocattoli e il gioco forniscono il supporto ideale per lo sviluppo e la crescita del bambino. Il gioco aiuta il bambino a sviluppare l’immaginazione, il linguaggio, la creatività e le attitudini sociali… lo aiuta a crescere da un punto di vista psicologico, intellettuale e sociale. Il Giocattolo è cibo per la mente, aiuta la salute mentale e quindi la salute.” – Prof. Jeffrey Goldstein Dipartimento di Psicologia Sociale dell’Università di Utrecht (Paesi Bassi).

Non ci resta che GIOCARE !!!

Info :

Salone Internazionale del Giocattolo di Milano Srl

Via Petitti 16 - 20149 Milano

Tel . + 39 02 325621

Fax. + 39 02 33001415

info@salgioc.it

Fiera Milano International Spa
Ufficio Stampa G! come giocare
pressoffice@fmi.it
Tel. 02.48550.469/334


Quando : da venerdì 14 a domenica 16 novembre

Dove : fieramilanocity – Padiglione 1

Ingresso : GRATUITO, da Viale Scarampo, da Porta Scarampo e Porta Teodorico; Bus (circolare gratuita Fiera) da Amendola

Fiera

Orari : Venerdi 14: dalle 10 alle 18

Sabato 15 e Domenica 16 : dalle 10 alle 22

COMUNICATO STAMPA


Edibas brevetta le Fashioncards®

Ed è subito mania…

Edibas Srl, azienda che nel 2001 ha inventato e commercializzato le famosissime Lamincards®, lancia ora sul mercato un nuovo ed esclusivo brevetto: le Fashioncards®, e fra le più giovani divampa già la nuova mania da collezione.

A rendere ancora più avvincente la raccolta sono sicuramente i personaggi con cui le ragazze metteranno alla prova la loro abilità. Protagoniste di questa primissima nuova collezione di Fashioncards® saranno le mitiche Winx, le sei magiche fatine del regno di Magix! Le Fashioncards® , all’interno di ogni bustina, sono di due tipi. Si parte con la “Doll Card” che riproduce ognuna delle sei ragazze del Winx Club in bikini, pronta per essere vestita dalle molteplici “Dress Cards” che riportano invece un singolo accessorio o capo d’abbigliamento ciascuna. Queste ultime sono trasparenti e combaciano perfettamente alla Doll Card grazie alla sottilissima patina adesiva, che qualora dovesse perdere aderenza sarà sufficiente sciacquare in acqua fredda e lasciare asciugare. Un gioco avvincente che ancora una volta stimola il coinvolgimento di gruppo fra i più giovani. Lo scopo ultimo è quello di vestire la propria Winx con tutti gli accessori personalizzati. Un nuovo gioco, una nuova tendenza, un nuovo modo per inventarsi stilisti e creatori di immagine. Edibas, ancora una volta, guarda avanti e lancia sul mercato una novità imperdibile. Le nuove Fashioncards® sono in distribuzione da gennaio 2008 ed è possibile collezionarle all’interno dei fantastici raccoglitori, con i guardaroba che si aprono davvero.

www.edibas.com

Packaging & Toys


Regola numero uno: spazio alla fantasia. Regola numero due: stimolazione emotiva. Insomma, non solo mera corrispondenza ai valori di funzionalità logistica, protezione, conservazione e informazione razionale sui contenuti, ma…



di Leonella Zupo


Un pack deve attrarre l’occhio per catturare l’attenzione. Si sa. Ma può anche catturare il tatto, o ancor più stupire con nobilitazioni o effetti speciali sparsi sulla sua superficie; ancora, non va trascurata l’importanza del brand, del colore con tutte le sue declinazioni: in un’accezione più ampia, la capacità di sintetizzare nella semplicità e rarefazione di segni e messaggi una promessa ampia ed emozionalmente coinvolgente. Ebbene, se vi chiedessero con quale criterio scegliete i prodotti che acquistate, quale sarebbe la vostra risposta? Forse la convenienza o la qualità del prodotto, o magari il caso. Ma non dite che, almeno una volta, non siete stati attratti dal suo “vestito”… o contenitore… o confezione. Di fronte a certi “abbigliamenti” trendy, colorati, raffinati, eleganti e spesso anche un po’ originali e fantasiosi, non vi succede mai di rimanere qualche secondo in attenta osservazione? E le domande sorgono spontanee: perché questa forma? E la scelta del materiale? E ancora, eccovi a cercare di capire le ragioni di un tale visual. A quanto pare c’è qualcuno che queste domande se le pone di continuo, per dovere ma anche e soprattutto per passione. Sono le agenzie creative, insieme di professionalità che lavorano in sinergia per confezionare “vestiti” in grado di comunicare, valorizzare le forme per sedurre. Insomma, veri e propri… “stilisti”. E se in alcuni settori vi è ancora una scelta cromatica percepita come preferenziale, la tendenza in atto sembra essere piuttosto quella di uniformare la comunicazione dei singoli prodotti ai canoni generali della brand image. In questo modo, i valori così promossi non sono più soltanto quelli dell’oggetto in sé, ma piuttosto quelli su cui si fonda l’azienda intera, eletta a vero e proprio garante della qualità. Detto questo, rimane comunque il fatto che il significato che normalmente ciascuno di noi attribuisce ai colori è quasi sempre in parte frutto delle nostre esperienze individuali, ma principalmente di un codice celato da qualche parte nel profondo della nostra cultura. Dunque oggi il packaging, attraverso le sue forme, i suoi colori, i materiali e in qualche caso gli odori, è sempre più seduttore, stimola i desideri del consumatore esercitando tutta la sua forza, agendo sull’inconscio delle persone affinché nessuna aspettativa sensoriale sia disattesa. Sì, ma quanto può incidere il costo del packaging per un’azienda? Le opinioni a prima vista sembrano essere contrastanti: da chi considera decisive le scelte sui materiali, a chi ritiene che comunque il pack costa sempre “poco”, in relazione alla sua valenza strategica. La qualità dei materiali, della stampa e dei dettagli sono leve sempre più potenti in un mondo in cui l’elemento visivo diventa via via preponderante. Controllare questi elementi dunque costa ma permette sicuramente di creare la differenza. Per prodotti come i giocattoli, articoli ludici che pure esigono di essere trattati molto seriamente, tuttavia occorrono anche informazioni sui contenuti, sulla fascia d’età cui si indirizzano, sulle modalità di utilizzo, sulla valenza educativa. Informazioni che devono essere immediatamente comprensibili in primo luogo agli adulti, i quali sono in gran parte dei casi gli effettivi acquirenti di un dono per il bambino. Informazioni che in qualche caso vengono riassunte “fisicamente” da una confezione touch-me, grazie alla quale è possibile testare parzialmente il funzionamento del giocattolo senza doverlo estrarre dalla scatola. Alle aziende del settore si pongono anche altri problemi relativamente al packaging: i materiali, chiaramente atossici, e le forme, studiate per evitare che un piccolo consumatore possa ferirsi maneggiando la confezione; l’attenzione agli aspetti ecologici, nei confronti dei quali la sensibilità è in costante aumento; le dimensioni che consentano un corretto posizionamento negli scaffali, mantenendo un’attrattiva del prodotto confezionato; robustezza e funzionalità per proteggere l’articolo fino a quando verrà estratto.

Poiché riteniamo che sempre più una confezione veramente azzeccata possa contare molto per il successo di un giocattolo, ci siamo rivolti ad alcuni operatori del settore, al fine di verificare con loro come l’argomento venga affrontato in azienda, quale importanza abbia nel progetto complessivo riguardante un articolo, quanto richieda in termini di impegno e di costi, quali sviluppi si possano attendere riguardo ai materiali e alle tecniche di lavorazione.

Marco Bruno, Startrade srl:

«Noi siamo sempre molto attenti al packaging, in tutte le sue caratteristiche. Cerchiamo di creare un pack in italiano e con una nuova grafica per tutti i nostri articoli. A mio giudizio, la confezione vale almeno il 50% e, in determinati articoli, forse addirittura di più.

Al momento ci avvaliamo dell'esperienza di un'agenzia creativa con la quale ci troviamo molto bene, anche se, vista la mole di lavoro di questi ultimi due anni (con i conseguenti costi), stiamo prendendo in considerazione il fatto di inserire all'interno dell'azienda una figura che segua tutto il lavoro di sviluppo del packaging».

In alcuni settori vi è ancora una scelta cromatica percepita come preferenziale, ma la tendenza in atto sembra essere piuttosto quella di uniformare la comunicazione dei singoli prodotti ai canoni generali della brand image. Concordate con questa tendenza? «Assolutamente sì. Già da tre anni stiamo lavorando in questa direzione, cercando di "fare linea", aiutandoci con i colori e le grafiche del pack. Tutte le nostre linee seguono questo filone, e per il momento i risultati sembrano darci ragione. Inoltre prestiamo attenzione ai minimi dettagli, senza tralasciare nulla. Il lavoro di squadra e il supporto di consulenti esterni sono fondamentali, anche se a volte, per arrivare al pack definitivo, bisogna lavorare a lungo facendo diversi tentativi. Credo che il segreto per la buona riuscita di un pack consista nell'essere critici in prima persona; soltanto così si possono ottenere i risultati migliori. Da pochi giorni abbiamo terminato lo studio del pack di Martina Nascondina, la bambola che lanceremo in campagna televisiva a Natale. Abbiamo voluto creare un pack che fosse diverso da tutti quelli delle altre bambole presenti sul mercato, e così lo abbiamo ingrandito rispetto all'originale, scegliendo il blu come colore preponderante, e arricchendolo con dettagli glitterati, una novità in questo campo. In questo caso il costo del pack ha inciso per più del 10% sul costo del prodotto, ma il risultato parla da solo! Ogni anno investiamo molto sui test report, che facciamo fare su ogni singolo prodotto qui in Italia, all'Istituto di Sicurezza del Giocattolo. La scelta dei prodotti da parte nostra parte proprio da qui, ovvero dalle caratteristiche tecniche, funzionali e di sicurezza che devono obbligatoriamente avere: se un prodotto, pur bello che sia, non risponde agli standard europei (e italiani!), a noi non interessa. Anche riguardo alle dimensioni del pack, stiamo sempre molto attenti, ingrandendolo, riducendolo o cambiandogli addirittura la fustella se crediamo che questo possa servire a far vendere meglio. Proprio quest'anno abbiamo creato una linea di blister per maschietti e femminucce, Michy monello e Betty birichina, suddivisi in 3 dimensioni, che assortiti tra loro vanno a integrarsi perfettamente nei banchi di vendita. Questo per facilitare il lavoro del nostro cliente, che avrà così gli scaffali sempre in ordine e allineati tra loro. Secondo noi la cura nello sviluppo della confezione vale tanto quanto la cura nella scelta dei nostri articoli. Se un prodotto bello lo si mette in una confezione che non lo valorizza, quest'ultimo riisulterà brutto e difficile da vendere, mentre un normale "open item" o persino un semplice blister, supportato da un pack "fresco" e accattivante, avrà più visibilità sul banco, e di conseguenza più probabilità di vendita. Con l'avvento della nuova regolamentazione in fatto di sicurezza del giocattolo e con i controlli sempre maggiori da parte delle autorità, spero che nei prossimi anni si possa arrivare ad avere qualità più alta e prodotti migliori. Tutto ciò comporterebbe inevitabilmente un aumento del costo della materia prima e di conseguenza dei prezzi al pubblico, ma ne guadagnerebbe la visibilità e l'attrattività del prodotto finale, cose che forse oggi un po’ mancano sui nostri scaffali».


Interpelliamo Famosa Italia SPA, storica azienda leader nei mercati spagnoli e portoghesi dalla sua nascita, e dal lontano 1964 in tutto il mondo, per voce di Andrea Signorelli, country manager:

«FAMOSA è un’azienda multiprodotto, l’approccio al pack è differente da prodotto a prodotto. Per ride on e outdoor, per esempio, la chiave è quella di matenere integro il prodotto in tutte le fasi del trasporto, dalla fabbrica al consumatore, quindi cartone resistente, immobilità all’interno della confezione, ottimizzazioni dei costi logistici, già onerosi. Per questo tipo di prodotto sono pochi gli spazi lasciati alla creatività: una foto sul cartone che spiega il contenuto. Per le bambole con funzioni la chiave è la confezione “try me”, mentre per le referenze con licenza bisogna coniugare la spiegazione con l’enfatizzazione della licenza. Oggi il consumatore associa il colore al prodotto, è ormai impossibile allontanarsi da questi canoni: “dentifricio: bianco; mozzarella verde o blu; pasta: blu; prodotti da forno: giallo”. Per i giocattoli vale la stessa cosa: rosa prodotti da bambina e grigio o blu per il bambino. Per la forma o altri elementi che compongono il packaging, credo ci siano molti più elementi su cui lavorare per i creativi. Per esempio come si appoggia il prodotto sullo scaffale, come colpire la vista del consumatore distratto con glitter o inserti luccicanti nel pack. Un buon packaging valorizza un prodotto scadente, è molto più difficile che succeda il contrario. In FAMOSA esiste un dipartimento di ricerca e sviluppo all’interno della squadra di Marketing in Spagna, che si occupa propprio della progettazione. Negli ultimi anni abbiamo cercato di avere packaging moderni con forme, colori e talvolta profumi che rendano il prodotto visibile a scaffale.

Le Jaggets per esempio, abbiamo avuto confezioni rettangolari, a forma di onda per una linea estiva, tondeggianti e con neve di polistirolo all’interno per la linea invernale di quest’anno. Per gli acquisti d’impulso il blister funziona molto bene. Per i prodotti importanti rimane la classica impostazione della scatola con un grande frontale e poca profondità. Per prodotti con funzioni è ottimo il try me. Infine, vi è anche il discorso dei costi aziendali per il packaging: sicuramente un aspetto da non trascurare».

Sentiamo ora cosa ha da dirci l’ing. Quercetti, amministratore delegato di Quercetti & C. SPA:

«Nel settore giocattoli c'è troppa confusione sulle confezioni, ci sono troppi colori, con il risultato che il consumatore in realtà non viene attirato ma disorientato. Negli ultimi anni abbiamo lavorato con soluzioni cartotecniche e di stampa per differenziare la nostra immagine, ossia per renderla riconoscibile rispetto e in mezzo alle altre. Le confezioni che proponiamo cercano di essere molto "pulite", "nette", per trasmettere un messaggio molto chiaro riguardo all'azienda e al prodotto».

Valenza strategica: secondo voi, quanto incide nella scelta del consumatore finale l’attrazione per la confezione del prodotto?

«Può incidere molto, soprattutto se in mezzo alla confusione generale vengono proposte delle confezioni differenti come concezione. Il packaging è comunque il primo contatto del cliente con il prodotto, il mezzo per comunicare tutte le caratteristiche di un oggetto che generalmente non è visibile fin dopo l'acquisto».

Per quanto riguarda la progettazione del packaging, avete una figura interna che se ne occupa all’interno dell’azienda, o vi servite di consulenti, o agenzie creative?

«Abbiamo un ufficio grafico interno che segue tutte le fasi della creazione delle confezioni. Negli ultimi anni si è acquisita più consapevolezza sul concetto di brand, e ciò è ancora più vero per un'azienda come la Quercetti, che vanta una storia di quasi 60 anni e il cui brand è sinonimo, ormai da tre generazioni, di qualità, sicurezza, gioco educativo e creativo. La riconoscibilità, la brand image, va quindi perseguita con attenzione. Il gioco è un oggetto fortemente emozionale, sia per il bambino sia per l'adulto che lo acquista come regalo, e porta con sè tutta una serie di connotazioni di ludicità, divertimento e felicità che noi cerchiamo di riproporre sulle confezioni. Grande attenzione è dedicata al gioco stesso, la cui immagine deve essere chiara, per suscitare il desiderio di acquisto e di utilizzo».

E i costi? «Rappresentano un valore consistente, nell'ordine di alcuni punti percentuali del fatturato».

Controllare elementi come la qualità dei materiali, della stampa e dei tanti dettagli costa, ma permette anche di creare la differenza: «Certo, ad esempio noi utilizziamo una stampa almeno a cinque colori contro i soliti quattro. Tutti gli elementi vanno coordinati in modo da concorrere al miglior risultato possibile».

E la sicurezza? «Sono tanti gli aspetti da considerare con attenzione, per tenere bene a mente le diverse necessità che il packaging deve assolvere. La priorità va al pensiero che il prodotto sarà maneggiato da un bambino e che quindi sono essenziali sicurezza e atossicità. Per altri ovvi motivi, valutiamo con attenzione anche gli aspetti sociali e commerciali. Inoltre, la confezione è la presentazione del prodotto. La qualità del packaging e del prodotto devono viaggiare in parallelo. In futuro riteniamo probabile una maggiore sensibilizzazione verso i materiali ecologici (sia riciclabili sia naturali) e una razionalizzazione nell'uso delle volumetrie - molto spesso ancora il volume del gioco non corrisponde al contenuto».

Selegiochi importa e distribuisce in Italia, attraverso i rivenditori più qualificati, un vasto assortimento di giocattoli selezionati presso i più seri e prestigiosi produttori. Sentiamo cosa ha da dirci in propostito Graziano Grazzini: «Certamente concordiamo sul principio che un pack debba attrarre l’occhio per catturare l’attenzione, anche se nella nostra veste di distributori, più che di produttori, siamo poco coinvolti nelle fasi di progettazione dei materiali. Nella scelta del consumatore finale questo aspetto sicuramente incide moltissimo, soprattutto nelle organizzazioni a libero servizio, un po’ meno nelle realtà al dettaglio. Meglio poi se le diverse linee hanno grafica e colore propri, che possano essere ricondotti allo stile generale del brand. Per quanto riguarda il packaging, ritengo che i prodotti che distribuiamo si identifichino, in particolare, per la chiarezza e l’univocità del messaggio. Credo siano importanti la cura dei particolari e le idee, più che il budget, anche se poi la scelta è obbligata dalle risorse disponibili. Anche per quanto concerne la sicurezza, ci rendiamo conto del delicato equilibrio di tutti gli elementi che concorrono a determinarla, che per di più sono variabili a seconda dei Paesi e delle aree geografiche. In termini generali la qualità complessiva pare poter essere il denominatore comune. Per il futuro, riteniamo si possano attendere sviluppi guidati dai grandi trend internazionali in termini di design e di omogeneizzazione normativa e di utilizzo».

Luca Berté, direttore commerciale Smoby Majorette Italia SPA: «Dovendo il nostro Gruppo sviluppare pack atti a soddisfare le esigenze di molti Paesi, è evidente che venga prestata molta attenzione al tipo di confezionamento, ma l'auspicio è che la nuova proprietà del Gruppo, la MGA Entertainment americana, possa apportare un cambio di passo anche in quest’area. Per le referenze sotto i 15 euro il pack è fondamentale per far "sopravvalutare" il prodotto al consumatore, che spesso fa questo genere di acquisti d'impulso; per i prodotti più alti di pricing, la dimensione della scatola si sostiuisce come importanza alla visibilità del prodotto».

Chi è preposto alla progettazione del packaging all’interno della Vs. azienda, agenzie creative o altre figure? «Il nostro reparto R&D in Francia si occupa di questi aspetti». La brand image? «Mi sembra che la brand image sia una chimera per il nostro mercato, e comunque riservata a pochi leader come CHICCO, LEGO, BARBIE, quindi ritengo che la scelta cromatica sia più adatta al nostro mercato. Noi non abbiamo ancora operativa in Italia una struttura di merchandising che possa teatralizzare gli sforzi di pack, che sono così impattanti su alcune nostre gamme quando esposte sul lineare con logica di Planogram. L'arrivo in azienda, da un paio di mesi, di un Trade MKT Manager, ha anche questo passaggio tra i suoi obiettivi».

La qualità dei materiali, della stampa e dei dettagli sono leve sempre più potenti in un mondo in cui l’elemento visivo diventa via via preponderante. Controllare questi elementi costa, ma permette anche di creare la differenza. La Vs. opinione in merito? «Non credo che sia un asset determinante per il nostro mercato: i retailer cercano il prezzo obiettivo di vendita senza questo tipo di esigenza qualitativa».

Alle aziende del settore giocattolo si pongono anche tutta una serie di problemi relativi al packaging… «Ribadisco che la sofferenza di marginalità lamentata dal settore consente queste raffinatezze solo su alcune nicchie di prodotto; si cerca comunque di fare il massimo per dare oltre che totale rispetto delle normative anche pack allettanti».

Marvel Super Heroes 07

Backstage aggiunge alla sua scuderia, che vede già licenze di successo come Dragonball, un altro cavallo vincente.

a cura di Andrea Tenconi

Ha avuto luogo a Milano, all'UCI Cinemas di viale Stephenson, l'evento Marvelsuperheroes07 firmato Backstage che ha visto una folta platea di direttori Marketing provenienti da tutta Italia. Marvelsuperheroes07 ha segnato ufficialmente il passaggio di consegne tra l'ex Agente Marvel Copyright Promotions e il nuovo Agente per l'Italia, Backstage. Gianpiero Peia, CEO Backstage, ha scelto di presentare le nuove possibilità di business legate alle licenze Marvel invitando ospiti d'eccezione come Simon Philips, direttore di Marvel International, Simone Airoldi, direttore Publishing Panini, Massimo Proietti, direttore Marketing di Universal Pictures Italia, e Graziano Delmaestro, direttore Licensing del Gruppo Preziosi. Dopo una breve introduzione di Backstage, Simon Philips ha presentato i risultati ottenuti dalle Licenze Marvel a livello internazionale e ha poi proseguito con la proiezione di scene inedite dei nuovi film Iron Man e The Incredible Hulk, che usciranno nel 2008 rispettivamente il 1° maggio e l'8 giugno. Le scene sono state fornite in anteprima esclusiva per l'evento e considerate strettamente riservate ai partecipanti, a tal punto che lo stesso Philips, alla fine della presentazione, ha rimosso personalmente i filmati dal pc. Le società licenziatarie Marvel, Panini e Gruppo Preziosi, oltre a presentare alcune case history legate alle licenze Marvel, hanno omaggiato i partecipanti di un gran numero di prodotti tra cui zaini, quaderni, astucci, patatine, snack, album e figurine, personaggi 3d, giocattoli e fumetti…

Licensing Italia: una bussola nel mare del licensing



Licensing Italia, società presente sul mercato dal febbraio 2007, ha preso avvio da un’analisi svolta nel corso del 2006 che ha evidenziato per il mercato italiano una carenza di strutture specializzate in grado di supportare i processi decisionali delle aziende italiane in materia di licensing.

a cura di Andrea Tenconi

Sempre più spesso le aziende italiane utilizzano l’acquisizione di licenze per iniziative di marketing, trovandosi talvolta disorientate di fronte alla complessità dei processi che la gestione delle campagne di licensing richiede. Licensing Italia intende offrire una risposta a queste esigenze di mercato implementando, nei prossimi mesi, una serie di iniziative finalizzate a promuovere e a facilitare l’incontro tra la domanda (rappresentata dalle aziende) e l’offerta (rappresentata dai licenzianti). La prima tra queste iniziative è www.licensingitalia.it, il primo portale in Italia interamente dedicato al mondo del licensing. Il nuovo portale offre alle aziende licenziatarie uno strumento, sempre aggiornato, gratuito e di facile utilizzo per essere aggiornate sulle novità e opportunità offerte dal mercato, e consente ai licenzianti e agli agenti di disporre di una vetrina in cui presentare le proprie properties, entrando direttamente in contatto con i potenziali partners. Lanciato a maggio 2007, il portale è già stato visitato da oltre 5.000 visitatori unici e 850 aziende lo hanno già inserito tra i “preferiti”. Ma i progetti della società per il 2007 non si limitano tuttavia al portale. Per l’autunno è in programma il “Licensing Roadshow”, un grande evento dedicato al Licensing e riservato a tutti coloro che operano nel campo del marketing e della comunicazione. A dicembre, in collaborazione con LIMA (International Licensing Industry Merchandisers Association), Licensing Italia promuoverà il primo ciclo di seminari sul Licensing. Accanto a queste iniziative, la società affianca naturalmente l’attività di consulenza a 360° rivolta alle aziende licenziatarie che vogliono avvicinarsi al mondo del licensing o intendono sviluppare nuove iniziative.

Rubrica AGENTI – Intervista a Enzo e Manuela CASELLA




Agenti cresciuti nel dopoguerra: generazione di fenomeni

Casella, un nome di prestigio nel settore dei “giocattoli e affini” da tre generazioni, forse quattro, chissà!

a cura di Leonella Zupo

Di rappresentanti dell’agenzia Casella&C. ne aspettavamo solo due per l’intervista. Si sono presentati… quasi in tre, perché Manuela, figlia di Enzo Casella, è in attesa del piccolo Matteo, chissà, forse futuro agente anche lui… Ma cominciamo dal futuro nonno, dalla carica energetica esplosiva. Milanese Doc, classe ’39, Enzo Casella si diploma in Ragioneria e, nel dopoguerra, inizia ad affiancare il padre, rappresentante prima nel settore cancelleria poi nel settore giocattolo con particolare riferimento agli articoli del Carnevale. «Nonostante mi avessero proposto di andare a lavorare come ragioniere, il lavoro di mio padre mi piaceva e mi affascinava molto perché implicava viaggiare», esordisce Casella. Fa comunque domanda all’Accademia Navale (il padre era stato in Marina), ma la sua domanda non viene accettata, quindi – dietro esortazione della madre – inoltra una domanda anche per frequentare il corso ufficiali. Nell’attesa, siamo nel 1959, con una Fiat 600 usata, il sedile posteriore abbattuto per lasciare posto a quattro valigioni di campionari su cui poggiano alcuni vestiti, cominciano i viaggi e la collaborazione ormai autonoma con l’azienda paterna nelle zone del Nord Italia (Liguria, Veneto, Lombardia, Friuli, Emilia). Erano tempi duri, l’autostrada ancora non esisteva, per arrivare in posti come Trieste si partiva al mattino per arrivare la sera tardi. E non esistevano nemmeno i cataloghi, si facevano le esposizioni con quello che si poteva portare negli alberghi: «Ricordo per esempio all’Hotel Palace di Genova», continua con una punta di autoironia Casella, «i colleghi di mio padre che spesso incontravo avevano quasi tutti almeno vent’anni più di me; allora rappresentavo una ditta di gonfiabili e i campionari, che portavo con me in camera, pesavano tantissimo. E poi naturalmente andavano tutti gonfiati! Che fatica… Però, entrando in questo “mondo” ho avuto anche l’occasione di conoscere persone di gran valore, che hanno segnato la mia esistenza, mi hanno insegnato la professione, e anche a vivere. Io li ho sempre considerati dei veri professionisti, dei “Cavalieri del commercio”. Da queste esperienze, da questi incontri, ha avuto inizio la mia attività». Ma all’età di 20 anni, in procinto di andare in ferie al mare, arriva la fatidica cartolina rosa e Casella viene chiamato nel Reggimento Alpini ad Ascoli Piceno, dove frequenterà il corso ufficiali. Dopo un anno e mezzo trascorso in caserma, tra Ascoli Piceno prima, Aosta e Merano poi, nonostante lo spauracchio di andare al fronte per una potenziale terza guerra mondiale che si ventilava in occasione della crisi di Cuba, finisce comunque un periodo tutto sommato felice e ne ricomincia un altro che lo catapulta in una realtà completamente diversa da quella della vita in caserma. Siamo nel 1963, e dopo pochi giorni dal suo rientro a casa, la prima edizione del Salone del Giocattolo: «Da allora sono salito in macchina, ho ripreso a lavorare e ho sempre viaggiato, e non mi sono ancora fermato… Con mio padre avevamo già una struttura con dei collaboratori, un ufficio di 150 metri quadri a Milano in via Alberto da Giussano, con una segretaria e una sala campioni. Rappresentavamo aziende spagnole e francesi nel settore del Carnevale-giochi pirotecnici, ma anche in quello natalizio e del giocattolo (tra cui l’Isat di Sergio Sacchi, che ha chiuso la sua attività solo qualche anno fa, era sicuramente quella più significativa). Ne ho viste proprio di tutti i colori, in quel periodo. Molti agenti all’epoca giravano in macchina e si fermavano negli alberghi con una segretaria e un magazziniere al seguito. Ricordo il mitico collega Fucili, anche lui milanese, grazie al quale molte aziende rappresentate sono cresciute: Fucili, ma anche tanti altri, Cagnoni o Solaroli per esempio, erano agenti con dei numeri in più: responsabili commerciali, si occupavano di marketing e prodotto, pubbliche relazioni, insomma davvero un po’ di tutto, quasi a 360 gradi… Ricordo anche Gino Descé, un altro agente mitico, genovese, che girava per tutta Italia: arrivava in albergo col suo staff sempre tre giorni prima, perché quello era esattamente il tempo che gli occorreva per preparare un’esposizione!».

Erano tempi in cui si riuscivano a vendere articoli particolarmente fortunati, che si bruciavano in due mesi, uno fra tutti Going, rimasto in hit parade per almeno tre anni consecutivi». Gli agenti, naturalmente, si qualificano soprattutto in base alle aziende che rappresentano. Per Casella, oltre a Galvas e Isat, una delle aziende di spicco è stata sicuramente la Cesar, che produceva maschere di qualità in gomma e plastica nei pressi di Bordeaux, rappresentata per più di 25 anni. Importando dalla Francia a mezzo ferrovia, Casella è riuscito a vendere fino a venti vagoni di maschere all’anno, personalizzate ad hoc dietro sue indicazioni per il mercato italiano. Mercato che rappresentava il 25% del fatturato globale della società francese, che distribuiva i suoi prodotti in tutto il mondo. Nel tempo Casella è cresciuto molto e ha incrementato le vendite dirette ai grossisti soprattutto nei settori della cancelleria, dei gonfiabili, del settore natalizio e pirotecnico e, nella Grande Distribuzione, con prodotti anche molto diversi da quelli trattati inizialmente: biciclette per adulti (dell’azienda MBM) per esempio, o macchinari tedeschi per il fitness. «Ritengo che degli agenti veri professionisti nella vendita, nel commerciale e nel marketing», precisa Enzo Casella, «pur specializzandosi merceologicamente attraverso l’approfondimento, la conoscenza e lo studio dei prodotti, alla fine siano in grado di trattare e di vendere qualsiasi prodotto. Personalmente, se paradossalmente un’azienda mi proponesse di vendere… le sue “gru”, credo che venderei anche quelle, perché no? Vendere è vendere!». Casella ha sempre amato molto intrattenere rapporti internazionali, vendendo in Italia per ditte estere e all’estero per aziende italiane, con una grande esperienza anche dei mercati asiatici, esperienza che indubbiamente gli ha dato l’opportunità di allargare ulteriormente il proprio bagaglio professionale. Oggi, con i mezzi tecnologici avanzati a disposizione, l’ufficio per Casella si riduce molto sinteticamente a un computer collegato a Internet e un telefono.

Entra in campo la terza generazione

Manuela Casella, figlia di Enzo, ha costituito con il padre, col quale collabora ormai da anni, una Snc. Nata a Milano nel 1975, si diploma al Liceo Linguistico Internazionale, ma già in tenera età – appena le vacanze scolastiche gli e lo consentono – affianca il papà in occasione di alcune fiere. Da sempre attratta e un po’ contagiata dallo stile di vita e dalla realtà che il padre “porta” in casa, si appassiona subito al lavoro di agente, tanto da abbandonare gli studi di Giurisprudenza intrapresi. «Mio padre in quel periodo», racconta Manuela, «stava cercando un giovane da crescere e quindi, anche per tutta una serie di altre contingenze, colsi l’occasione di un esame andato male e decisi di cambiare la mia vita, iniziando a collaborare stabilmente con lui. Continuai però a specializzarmi nelle lingue (inglese e tedesco) ai corsi serali del British Council Goethe-Institut. Oggi, personalmente, mi ritengo molto fortunata perché ho avuto la possibilità di imparare un mestiere complesso da un maestro come mio padre. I ragazzi della mia età che possono iniziare un’attività come la nostra sono pochissimi perché il nostro è un lavoro che non si apprende a scuola, nessuno lo insegna, vale molto l’esperienza e quindi bisogna solo avere l’opportunità di affiancare personaggi come mio padre». «Posso aggiungere», si inserisce il padre, «che un modo sicuramente sbagliato di approcciare questa professione è quello di abbracciarla solo perché non si sa cos’altro fare. Solo chi capisce veramente che si tratta di una professione seria e importante può svilupparla in un certo modo. Personalmente mi vanto di aver fatto parte di un gruppo di agenti, di cui alcuni erano stati i miei maestri, che nel 1966 ha creato l’A.N.A.R.G.A. (Associazione Nazionale Agenti Rappresentanti Giocattoli e Affini), che aveva la finalità di qualificare sempre di più la nostra professione, arrivando a contare circa 230 iscritti in tutta Italia, con delegati in tutte le regioni. Ne sono stato anche presidente fino all’anno in cui Assogiocattoli ci ha chiesto di entrare in associazione, come poi è avvenuto, circa sette anni fa». Da allora Enzo Casella è consigliere di diritto e ne è uno dei tre vicepresidenti, insieme ai colleghi Negroni e Donatella Papetta, ed è uno dei due vicepresidenti del Salone del Giocattolo Srl. La categoria nell’ambito dell’associazione è dunque ben rappresentata, così come la continua qualificazione della professione auspicata fin dagli Anni ’60.

Un’ultima battuta di Casella Senior sul mercato: «Direi che è cambiato molto negli ultimi anni perché, per quanto riguarda la distribuzione dei giocattoli e affini, fino a vent’anni fa esisteva un certo numero di grossisti, cui è seguito un periodo di forte selezione a seguito dell’incremento della GD, un po’ come in tutti i settori merceologici del resto, che ha soffocato i grossisti per i bassi ricarichi, e che com’è noto non ha permesso a molti negozi di restare aperti. Oggi sopravvivono solo realtà di certe dimensioni, che fanno parte di gruppi di dettaglianti. Nel settore della cancelleria è stato un po’ diverso perché questo settore ha merceologie più ampie e, a differenza del giocattolo, una vendibilità dei prodotti per quasi dodici mesi all’anno, per cui molti sono riusciti a resistere. Anche la pubblicità sul giocattolo ha portato a delle modificazioni del mercato, creando altissime punte di vendita su alcuni prodotti che vivono l’arco di una stagione e a volte anche meno, a danno di altri. Questa situazione ha portato grossisti e commercianti ad avere degli stock incredibili a fine anno, cosa che non ha consentito loro di proseguire a lungo l’attività. Una situazione molto complessa».

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(Breve aneddoto di Enzo Casella)

«Quando mia figlia aveva 16-17 anni era già molto bella. Una volta l’ho portata in fiera con me e, mentre stavo compilando un ordine per un cliente, se ne avvicina un altro e mi sussuura all’orecchio con un termine poco ortodosso qualcosa del genere: “Che bella ragazza hai portato!”. E io subito: “Ehi, cretino, stai attento, guarda che quella è mia figlia!”... Naturalmente poi siamo diventati tutti e tre grandi amici e oggi, ogni volta che ci vede, ci abbraccia con grande affetto».