Cultura - comune di milano
Massimiliano Finazzer Flory è il nuovo assessore
Moratti: "Milano non è solo metropoli economica, con questa scelta vogliamo premiare anche l’arte della letteratura che in città viene spesso identificata come arte minore. Nella decisione hanno contribuito i suoi rapporti con numerosi istituti culturali all’estero".
Milano, 30 Ottobre 2008 – Prima seduta da assessore per Massimiliano Finazzer Flory. Il nuovo responsabile della Cultura ha partecipato questa mattina alla sua prima Giunta comunale al termine della quale il Sindaco Letizia Moratti lo ha presentato ufficialmente alla stampa.
“La scelta di Massimiliano Finazzer Flory si basa sull’individuazione di due filoni importanti per la città: l’identità e l’internazionalità – ha spiegato Letizia Moratti - In questo senso l’attività di Massimiliano Finazzer Flory è sempre stata collegata al lavoro dell'arte rispetto al ruolo della città, al rapporto tra cultura e città stessa. Nella scelta hanno inoltre contribuito i suoi rapporti con numerosi istituti culturali all’estero”.
“Milano non è solo metropoli economica ma città d’arte, ma per essere tale la dimensione della cultura deve essere pervasiva ed entrare in ogni elemento di attività della città – ha continuato il Sindaco – Con la nomina di Finazzer Flory vogliamo premiare anche l’arte della letteratura che pur essendo presente in modo rilevante in città viene troppo spesso identificata come arte minore”.
“Ho accettato l’incarico di assessore con grande entusiasmo, ma anche con sofferenza, perché significa rinunciare a una parte della mia libertà artistica – ha spiegato Massimiliano Finazzer Flory -. Vorrei che Milano riscoprisse l’ingenuità dei bambini e lo stupore che accompagna ogni nuovo progetto per promuovere nuovi contenuti e ricucire i rapporti tra sapere scientifico e umanistico. Incontrerò i responsabili culturali dei partiti, in quanto soggetti di conoscenza della città, mentre ritengo importante il ruolo dei privati ai quali chiederò quanto realmente sono disposti a investire in cultura per dare vita a un progetto di rilancio. Oggi a me pare che il problema sia il disallineamento tra immagine economica e cultuale di Milano. Quest’ultima, non v’è dubbio, è sottostimata, va ripensata secondo una logica di un brand che abbia in sé un progetto di città”.