ERITREA, L’INCANTO MARINO DELLE ISOLE DAHLAK
Non sono in molti a concepire l’Eritrea come meta turistica, e tra questi non rientrano i tour operator italiani. Colpa di una scarsa conoscenza del paese e delle sue molteplici valenze, anche turistiche, ingiustificata nei confronti di una nazione che per oltre mezzo secolo è stata la prima e la più importante colonia italiana e che ancora oggi mantiene le maggiori testimonianze della nostra presenza, ma soprattutto della trentennale eroica e sanguinosa guerra di liberazione dall’Etiopia che l’ha resa inaccessibile per lungo tempo, con uno strascico di tensioni di confine ancora perdurante e che solo la presenza di truppe Onu evita di trasformare in un nuovo conflitto. Un vero peccato perché l’Eritrea, grande un terzo dell’Italia e stato autonomo soltanto dal
Comunque il vero gioiello naturalistico di questa nazione del Corno d’Africa è costituito dall’arcipelago delle Dahlak, oltre 200 tra isole e isolette al largo di Massawa che sembrano un tratto di deserto affiorante tra le acque del Mar Rosso, il mare con il più ricco ecosistema della terra. La maggior parte sono soltanto minuscoli banchi corallini fossili aridi e spogli, alti pochi metri e inferiori al chilometro quadrato di superficie, senza nome e con belle spiagge coralline deserte, luogo ideale di nidificazione per milioni di uccelli. Solo quattro sono abitate da miseri villaggi di pescatori e solo qualcuna presenta una struttura vulcanica, con modesti rilievi. L’isola maggiore è Dahlak Kebir, grande cinque volte l’Elba, e ospita l’unico albergo; fu abitata da sempre da popolazioni arabe per la presenza di acqua, raccolta in 365 cisterne; offre un po’ di vegetazione, capre e dromedari al pascolo, diversi villaggi, un cimitero storico musulmano e i resti di un penitenziario italiano; fu base aerea e navale etiope e russa durante la guerra etiope-eritrea. La povertà ambientale delle isole contrasta con la straordinaria ricchezza marina, formata da reef corallini e scogliere di madrepore poco profondi e intatti, capaci di ospitare tremila specie viventi, 350 di coralli e oltre mille pesci diversi coloratissimi, un quinto dei quali endemici, da delfini, razze e mante a squali e ai rarissimi dugonghi, le sirene del mito, a formare il più incredibile degli acquari naturali, poco frequentato per la guerra prima e la mancanza di strutture turistiche ora. Un vero paradiso sub, tuttavia destinato a durare come tale ancora per poco.
L’operatore milanese “I Viaggi di Maurizio Levi” (tel. 02 34 93 45 28, www.deserti-viaggilevi.it) è tra i pochissimi a proporre nel proprio catalogo “Deserti” un viaggio di 9 giorni in Eritrea, che prevede la visita di Asmara e Massawa e 4 giorni di navigazione nell’arcipelago delle Dahlak. Partenze mensili per piccoli gruppi con voli di linea Lufthansa da Milano e Roma da ottobre ad aprile 2009, pernottamenti in alberghi e tenda su spiagge deserte, accompagnatore italiano, quote da 2.150 euro con pensione completa.