Lison - Pramaggiore Strade di vini DOC - 2006



Tra antico e nuovo, tra lingue di terra e pesce di mare, alla scoperta dei prodotti tipici, delle cantine e delle suggestioni di questo splendido paesaggio della “Venezia Orientale”.

a cura di Leonella Zupo

Il Veneto è una regione conosciuta anche per le viti e i suoi vini; percorrendola, si può godere infatti di un rincorrersi di vigneti e cantine. E anche la provincia di Venezia, oltre a città, luoghi d’arte e spiagge, ha un “cuore” legato al vino. Questo cuore ha un nome: area Doc Lison Pramaggiore, una terra produttrice di vini già apprezzati dai Dogi, che ha dato vita a una Strada dei Vini, che non vuol dire solo un insieme di cantine e di produttori, o un tracciato stradale, ma anche un’offerta integrata in grado di accogliere il visitatore per fargli apprezzare le tipicità e le attrazioni locali. Un turista che si trovi a visitare questi luoghi non potrà quindi prescindere dalla cultura del vino o da quella dei prodotti genuini e tipici di questo territorio, per scoprire il quale in realtà non esiste un periodo migliore in assoluto. L’autunno è consigliato per i profumi del mosto fermentato, poi c’è il periodo della vendemmia, che rappresenta un momento di grande festa e di condivisione, ci sono le feste paesane, le sagre, le innumerevoli manifestazioni e “Cantine Aperte”, dove la tradizione popolare, il mondo contadino e la modernità si uniscono in maniera omogenea. In particolare, l’area Doc Lison-Pramaggiore, di cui vogliamo parlarvi, comprende i territori di gran parte dei comuni del Veneto Orientale e si estende dai terreni vicino al mare fino ai confini con le province di Treviso e Pordenone. La zona prende il nome dal borgo di Lison e dal paese di Pramaggiore, aree di origine (insieme a Belfiore) della produzione enologica locale – in particolare del Tocai - già viva all’epoca dei Romani e sviluppatasi particolarmente ai tempi della Repubblica Veneziana. Oggi la maggiore concentrazione di cantine si trova nelle “città del vino” di Annone Veneto, Pramaggiore, S. Stino e Portogruaro, la cosiddetta Zona Classica, in cui il terreno è particolarmente ricco di calcio e argilla calcarea. La Doc viene attribuita a quattordici vitigni prodotti nella zona, che il Consorzio Vini Doc Lison-Pramaggiore promuove e tutela, garantendo il rispetto degli standard previsti nella produzione. Il Consorzio comprende e tutela i seguenti vitigni: Tocai Italico o Lison Classico Doc, Pinot Bianco Doc, Pinot Grigio Doc, Verduzzo Doc, Chardonnay Doc, Sauvignon Doc, Riesling Doc e Riesling Italico Doc, Merlot Doc, Cabernet Franc Doc, Cabernet Sauvignon Doc, Refosco dal Peduncolo Rosso Doc, Malbech Doc e Verduzzo dolce Doc. La Strada dei Vini qui si snoda attraverso tre itinerari, dei quali due conducono dalle principali spiagge – Caorle e Bibione – fino alla zona classica, e il terzo invece la percorre e collega le “città del vino”. Già dai tempi antichi l’area era attraversata da importanti strade romane, sui cui tracciati si viaggia ancora oggi: la Postumia, che univa Genova ad Aquileia, e l’Annia, che vi collegava anche Altino. Inoltre, anche il fiume Lemene rivestì nei secoli grande importanza per la navigazione e i trasporti. Il centro più importante di questo periodo fu Iulia Concordia, oggi Concordia Sagittaria, situata all’incrocio tra le due strade, di cui oggi sono visibili i resti (la Domus, le Terme e la cinta muraria), oltre alla Cattedrale paleocristiana. Per quanto riguarda il paniere dei prodotti tipici, oltre naturalmente al vino Doc c’è sicuramente da segnalare il formaggio, e in particolare il Montasio, un formaggio a Denominazione di Origine Protetta. Durante un intenso viaggio di due giorni, interamente dedicati alla scoperta dei segreti e delle ricchezze enogastronomiche di questo territorio, abbiamo avuto modo di conoscere più da vicino l’anima di queste terre, della cultura, e l’amore e la dedizione di queste genti per il vino e le antiche tradizioni, ma anche di rispolverare un po’ di storia. Ci siamo così abbandonati in piena fiducia al profumo del vino nelle cantine e abbiamo cercato di farlo nostro, unitamente alla spettacolarità silente della laguna, per riuscire a svelare le realtà più nascoste. Qui ci hanno detto che i vignaioli amano scendere alla mattina molto presto. Toccano le foglie dei vigneti, lasciano che il freddo dell’alba penetri loro nelle ossa e che una debole nebbiolina non permetta di guardare loro un po’ più in là di una decina di metri. Certo, tutto questo è magia. Come magia è il vino e il verde dei vigneti, ma anche il rosso dell’uva... Così ci siamo semplicemente detti: “Che lo spettacolo abbia inizio!”. E l’avventura per noi ha avuto il suo esordio con una interessante degustazione presso le Cantine Paladin-Bosco del Merlo di Annone Veneto, la cui storia ha preso avvio dal 1962, quando cioè Valentino Paladin è riuscito a realizzare un sogno che da molto tempo custodiva nel cuore: quello di dedicarsi alla coltivazione della vite e alla produzione del vino, seguendo la tradizione di famiglia iniziata dal nonno. Nel 1977 vennero acquistati i terreni di Annone Veneto, territorio da sempre noto per la produzione di uve di altissima qualità, con l’obiettivo di affiancare ai vini Valentino Paladin una produzione ancora più prestigiosa. È così che è nata l’azienda “Bosco del Merlo”, proprio nel cuore del comprensorio enoico a Denominazione di Origine Controllata Lison-Pramaggiore, dove Veneto e Friuli si incontrano. E dove abbiamo avuto l’opportunità di scoprire quei vini che nascono da terreni tenaci, capaci di suscitare emozioni, interesse, attesa, piacere del palato e dell’animo: il Tocai e il Refosco dal Peduncolo Rosso. Tappa d’obbligo, una sosta al Ristorante Alla Botte di Portogruaro, anche hotel, che offre menu classici della cucina veneto-friulana assieme alle proposte creative dello Chef, ispirate dai prodotti di stagione e dalla ricca tradizione scritta di questo ristorante dall’atmosfera familiare, o alla Tavernetta del Tocai, a Pradipozzo di Portogruaro, dove si è accolti dall’ospitalità e dalla professionalità della famiglia Bellotto in un tipico ristorante veneto in cui tradizione, prodotti genuini e tipici del territorio si fondono con la storia di questa “locanda”. Non a caso, è dal lontano 1939 che la famiglia gestisce la Tavernetta: l’amore per la cultura della buona tavola qui si è trasmessa dalla nonna Lina al papà Loris, fino a contagiare anche il figlio Thomas, che oggi gestisce la locanda e si occupa della cucina, mentre il padre si dedica all’azienda vinicola “La Frassinella”. Altra azienda agricola da segnalare, quella di Ca’ Corniani, a Caorle, una meravigliosa villa nonché edificio di grande pregio storico, complesso enologico tra i più antichi e tradizionalmente ricchi di storia della costa veneziana. Qui, guidati dall’enologo Fabrizio Tonon abbiamo avuto l’occasione di visitare le Cantine nate nella seconda metà dell’Ottocento, ovvero quando le Assicurazioni Generali decisero di intraprendere – su progetto dell’ingegner Daniele Francesconi – l’opera di bonifica dei terreni intorno alla città di Caorle. Da visitare l’ottocentesco borgo di Ca’ Corniani, autentico esempio di architettura rurale veneta nel quale è armonicamente inserita la cantina, che si propone al visitatore anche per le sue particolari soluzioni costruttive che la caratterizzano e che ne fanno un modello assolutamente originale per l’industria agraria del vino. Tra i vini prodotti, Lison Pramaggiore Chardonnay, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Riesling Italico, Tocai Italico, Cabernet, Cabernet Franc, Merlot e Refosco. Il Novello qui si chiama “Il Novo”, Favit Rosato il frizzante, per non scordare gli spumanti: Prosecco, Brian Brut e Brian Extra Dry. Ultima chicca da non perdere assolutamente, per il turista che si imbattesse in questa dolce terra, è senz’altro l’escursione a bordo di una barca rurale, partendo dalla laguna di Caorle. Qui, imbarcandosi è possibile navigare lungo i fiumi Lemene e Livenza, che scorrono tra rive fittamente ricoperte di vegetazione, in un ipotetico e fantasioso percorso sulla scia di Ernest Hemingway, ospite illustre di questa laguna, per vivere in prima persona le emozioni suscitate da un ambiente naturale unico. Se poi vi sarà concesso, sempre avvolti dalla bellezza incontaminata della laguna, non potrete non attraccare per una suggestiva sosta all’Isola dei Pescatori per ammirare i caratteristici “casoni” (in dialetto cason), tipiche costruzioni in bambù dal tetto spiovente che ricordano le abitazioni della lontana Normandia, e per scoprire l’antico amore per l’acqua degli antichi fondatori della città (per informazioni contattare l’organizzazione: Motonave San Lunardo - 347.99.22.959). Per finire, ci sembra doveroso segnalare una visita in compagnia di una delle tante guide volontarie dell’Associazione culturale Onlus “Rufino Turranio” agli scavi archeologici e ai monumenti di Concordia Sagittaria, ovvero Iulia Concordia (Sagittaria è solo un’aggiunta del secolo scorso per ricordare la fabbrica di frecce), città romana e paleocristiana fondata nel 42 a.C. circa, per poi naturalmente continuare attraverso la storia nella suggestiva Portogruaro, città sospesa tra Medioevo e Rinascimento. Ora, quali sono gli obiettivi della Strada? «Puntiamo», ha spiegato Daniele Piccinin, presidente della Strada dei Vini Doc Lison Pramaggiore, «a far conoscere le nostre cantine, l’ospitalità e il calore della nostra gente, la qualità e la professionalità dell’accoglienza, attraverso la scoperta di un territorio ricco di risorse uniche, che ama abbinare la cultura del vino alle bellezze del paesaggio e alla storia».