Ambiente & Società


Venezia, parte campagna per il riciclo di oggetti ancora utilizzabili

Come combattere lo spreco del consumismo, recuperando fra i rifiuti gli oggetti adatti al riuso? Per rispondere a questa domanda, il comune di Venezia dà il via al progetto “Rifiuto con Affetto”, una campagna per il riciclo di cose ancora in buono stato. Ora i cittadini della città lagunare hanno a disposizione appositi contenitori, simili a cassonetti ma dotati di uno sportello trasparente, con interni suddivisi in ripiani. L’iniziativa è stata presentata dall’assessore comunale all’Ambiente, Pierantonio Belcaro. Il cassonetto muta la sua destinazione, trasformandosi da luogo di rifiuto a luogo di scambio. L’idea del progetto apre una nuova frontiera nella lotta allo spreco “perchè - ha dichiarato l’assessore Belcaro - una cosa diventa rifiuto solo quando ha esaurito la sua ‘vita’ e non può essere ancora usata”. I primi tre dispositivi sono stati collocati in Fondament a Sant’Eufemia, in Fondamenta delle Zitelle e nella zona di raccolta Junghans; essi verranno monitorati per il primo mese dalle ideatrici e dalle associazioni locali che allo stesso tempo faranno una campagna di sensibilizzazione per un uso corretto delle strutture. (Help consumatori)

Nuovo rapporto shock sul riscaldamento globale del pianeta

Secondo il nuovo rapporto dell’IPCC, presentato a Bruxelles, si aggravano gli impatti previsti del riscaldamento globale sul pianeta. Il quadro disegnato dagli scienziati che studiano i cambiamenti climatici per conto dell’Onu è molto più fosco rispetto a quanto delineato dal precedente rapporto, presentato nel 2001. Greenpeace prende atto dei nuovi dati e avverte che il tempo per intervenire sta finendo. La situazione si sta aggravando e i danni economici e ambientali saranno rilevanti. “Leggere il rapporto è come lanciare lo sguardo in un futuro apocalittico”, afferma Francesco Tedesco, responsabile Campagna Clima ed Energia di Greenpeace: “la Terra verrà trasformata drasticamente dal riscaldamento globale dovuto alle attività dell’uomo. Il tempo per intervenire è ora”. Per salvare il pianeta dal futuro collasso climatico bisogna stabilizzare le emissioni mondiali di gas serra entro i l 2020 e dimezzarle entro il 2050. Occorre, quindi, una vera e propria rivoluzione energetica per sviluppare nel più breve tempo possibile le fonti rinnovabili e annullare il contributo delle fonti fossili, primo tra tutti il carbone, il combustibile con le più alte emissioni specifiche di gas serra. (Greenpeace)

Le donne protestano contro il carbone

Un gruppo di donne di Tarquinia ha iniziato lo sciopero della fame, per unirsi alla protesta che dal 29 marzo è in corso presso la Sala Consiliare del Comune per dire no alla riconversione a carbone della centrale di Torre Valdaliga Nord. Insegnanti e impiegate, oltre che madri di famiglia, intendono sensibilizzare la gente sulla necessità di opporsi alla scelta del carbone nella centrale di Civitavecchia, e in tutte le altre centrali italiane. “Abbiamo ritenuto necessario unirci a chi da tredici giorni sta digiunando – dicono dal presidio - perché i risultati concretamente ottenuti sono scarsi. Non possiamo demandare ad altri la nostra salute e quella dei nostri figli e non possiamo precludere loro un futuro lavorativo, a causa di una colonizzazione energetica che, iniziata nel 1950, sembra non aver mai fine”. (La Nuova Ecologia)

Incidente nucleare in Francia

Un incidente nucleare del livello di gravità più basso, il primo su una scala da uno a sette, si è verificato in Francia nella centrale di Dampierre, nella Loira. L’Autorità di sicurezza nucleare (Asn) ha reso noto che la sera di Pasquetta il reattore 3 è stato fermato in seguito a un calo di tensione. Sono subito scattate le procedure di sicurezza e alle 22,10 la società che gestisce l’impianto, Edf, ha messo in moto il piano di emergenza. Gli incidenti di livello 1 sulla scala Ines indicano un’anomalia causata da errore umano o guasto tecnico senza dirette conseguenze per la sicurezza. (La Nuova Ecologia)

Abusivismo sul Vesuvio

Un complesso edilizio in una località del comune di Ercolano, all’interno del Parco Nazionale del Vesuvio, è stato sottoposto a sequestro probatorio da agenti del settore antiabusivismo della polizia municipale di Ercolano. I sigilli sono stati apposti a circa 3mila metri quadrati di “opere murarie”, tra cui 12 appartamenti, collocate su un’area di circa 20mila metri quadri. Identificati e denunciati per abusivismo edilizio 10 persone, tra committenti e proprietari. Secondo le indagini effettuate dal nucleo antiabusivismo, il complesso sarebbe sorto negli anni Ottanta e sarebbe stato costituito in origine da piccoli manufatti poi ampliati nel corso degli anni. (La Nuova Ecologia)

Fonte: AMBIENTE E SOCIETA’, a cura di Giuseppe Romano (g.romano@aiab.it) – APRILE 2007