All’ombra… di un tetto verde


L’UNI pubblica la norma per un tetto verde in regola

Milano, 28 maggio 2007 E' bello da vedere, protegge dai raggi UV, dalle intemperie e dai danni meccanici, favorisce l'isolamento termico e acustico dell'edificio e… riduce l'inquinamento atmosferico catturando le polveri sottili: è il “tetto verde”, una realtà che, negli ultimi anni, ha visto nel nostro Paese un continuo e progressivo interesse per la sua realizzazione.

I parametri di progettazione di queste coperture impermeabilizzate a verde, che finora erano stati lasciati alle singole aziende, sono stati ora discussi, confrontati, raccolti e messi “nero su bianco” in un’unica norma nazionale appena pubblicata dall’Ente Nazionale Italiano di Unificazione: la UNI 11235 che definisce le regole di progettazione, esecuzione, manutenzione e controllo di coperture a verde, con elemento di tenuta realizzato con membrane bituminose, in poliolefine o in polivinilcloruro, in funzione delle particolari situazioni di destinazione d’uso, di contesto climatico e di contesto edilizio.

La nuova UNI 11235, in coerenza con la normativa europea esistente, intende mettere a disposizione di tutti gli operatori del settore (progettisti, direttori lavori, collaudatori, produttori, applicatori delle opere o manutentori) informazioni oggettive e strutturate.

Quando si parla di tetto verde occorre per prima cosa distinguere tra due principali tipologie di inverdimento:quello estensivo e quello intensivo, che si diversificano per costi di costruzione, oneri di manutenzione e prestazioni globali.

Per verde estensivo si intende un sistema che utilizza specie vegetali in grado di adattarsi e svilupparsi nelle condizioni ambientali in cui sono poste, che richiede spessori di substrato di coltivazione limitati e minimi interventi di manutenzione, mentre per verde intensivo si intende un sistema che richiede maggiori cure rispetto al precedente e l’ ausilio di maggiore manutenzione, in funzione delle associazioni di specie vegetali.

Quando si sceglie di utilizzare una copertura a verde esigenza primaria è l’individuazione dell’utilizzo dell’area verde.

Gli obiettivi possono essere molteplici: ad esempio se si vuole realizzare uno spazio dedicato allo svolgimento di un’attività all’aperto bisognerà valutare correttamente l’usura dello strato di vegetazione, i carichi che dovrà sopportare e il grado conseguente di manutenzione necessaria.

In altri casi si può realizzare un elemento solamente estetico che abbia valenza puramente paesaggistica.

E ancora: se si richiede a esempio una variazione delle prestazioni ambientali interne dell’edificio bisognerà dare molta importanza ai requisiti di qualità della copertura, in particolar modo per quanto riguarda quello termico ed acustico.

Un ulteriore obiettivo potrebbe essere quello delle variazioni delle condizioni di contesto ambientale esterno all’edificio. Si tratta in sostanza della capacità della copertura a verde di assorbire polveri, di costituire un eventuale elemento di assorbimento acustico e di regimazione idrica e di mitigazione della temperatura.

La norma sottolinea anche la necessità di effettuare un’analisi dal punto di vista climatico e territoriale in modo da identificare le variabili che possono influenzare, in particolare, la tipologia della vegetazione. Le specie vegetali risentono infatti in maniera sensibile del contesto climatico. La loro scelta deve quindi tenere conto delle caratteristiche del sito, come per esempio: la temperatura media giornaliera dell’aria, l’escursione termica giornaliera e annua, l’umidità, le precipitazioni, il vento etc., la cui conoscenza è necessaria per una corretta progettazione.

Dovranno inoltre essere valutate altre condizioni particolari come, ad esempio, l’esposizione solare, i venti prevalenti, i carichi di neve, le emissioni di aria o di fumi da impianti tecnici, l’eventuale esposizione alla salsedine, l’inquinamento da polveri, etc.

La norma UNI 11235 fornisce poi le specifiche e i criteri di calcolo per la progettazione riguardanti la composizione di tutti gli elementi o strati primari (portante, di tenuta, di protezione dall’azione delle radici, drenanti, filtranti, di accumulo idrico, strati colturali e di vegetazione etc.) e di quelli secondari (strato di barriera a vapore, strato termoisolante, strato di pendenza, di protezione, di zavorramento, strato antierosione, impianti di irrrigazione etc.).

Per ogni singolo elemento o strato sono elencati i materiali attualmente e prevalentemente utilizzati (fornendo anche le indicazioni sulle più importanti caratteristiche che devono essere valutate in fase di scelta del prodotto) e per ognuno di essi vengono indicati i requisiti e il relativo metodo di prova.

Per quanto riguarda lo strato colturale, la norma fornisce anche gli spessori minimi da utilizzare in base al tipo di vegetazione . Ad esempio per erbacee perenni a piccolo sviluppo sarà sufficiente uno strato colturale di 10 cm, mentre per i tappeti erbosi ce ne vorranno almeno 15. Per quanto riguarda gli arbusti di piccola taglia lo strato colturale sarà come minimo di 20 cm fino ad arrivare ad 1 metro per gli alberi di prima grandezza che –secondo quanto stabilito dalla norma- sono alberi che possono arrivare a 16 metri di altezza.

Le coperture a verde (che possono essere con o senza elemento accumulo idrico) vengono classificate secondo diversi parametri: la fruibilità della copertura , la pendenza superficiale, la manutenzione del sistema verde, il controllo delle condizioni ambientali interne, la mitigazione ambientale per il territorio circostante.

Per quanto riguarda la classificazione sulla base del grado di manutenzione del sistema verde, la norme definisce: bassa manutenzione (sistemi estensivi) dove gli interventi si limitano ai controlli degli elementi del sistema, media e alta manutenzione (sistemi intensivi) dove gli interventi manutentivi oltre a comprendere i controlli degli elementi del sistema e dello strato di vegetazione, già previsti per il sistema estensivo, includono tutte le attività agronomiche necessarie alla corretta gestione delle aree verdi.

Infine, per un corretto funzionamento della copertura nel tempo, è necessario che tutto il processo di esecuzione delle opere sia accuratamente controllato. E in questo senso la nuova norma tecnica fornisce istruzioni a 360°: dall’esecuzione e installazione , ai collaudi e alla manutenzione.

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