VANUATU, PARADISO TROPICALE NEL SUD PACIFICO
Conoscete le Vanuatu? Probabilmente no, perché si tratta di una manciata di isole della Melanesia dall’altra parte del globo, nel Sud Pacifico, per l’esattezza un arcipelago composto da 83 isole tra grandi e piccole (le più piccole sono minuscoli scogli, le dieci maggiori invece sono estese quanto l’Elba e fino anche a dodici volte tanto) sparse in verticale poco sopra il Tropico del Capricorno in un tratto di oceano esteso tre volte l’Italia, ma con una superficie emersa totale quanto metà della Sicilia, ad oltre 2 mila chilometri al largo della costa orientale dell’Australia. Alcune isole sono abitate, altre no. Fino al 1980, anno dell’indipendenza, erano una colonia in assurdo condominio franco-inglese, note con il nome di Nuove Ebridi. Per trovarle occorre un mappamondo e una lente d’ingrandimento, ma qualcuno – anzi più di uno – ci ha già messo gli occhi sopra perché costituiscono al tempo stesso ben due importanti paradisi di diverso tipo: il primo fiscale, e la cosa non dovrebbe riguardarci, il secondo sub-balnear-naturalistico-etnografico, cioè alcune delle principali componenti del turismo, e questo merita tutte le nostre attenzioni. Distanza a parte, la Repubblica di Vanuatu sembra possedere tutti gli elementi per diventare in fretta uno degli epicentri mondiali del turismo, o quanto meno uno dei luoghi più ambìti, di quelli da sognare se non ci si può proprio andare.
Dispone infatti di uno dei mari più belli, vari e incontaminati del pianeta, con immense barriere coralline, vulcani sottomarini e grotte abitate da una miriade di policromi pesci tropicali, con delfini, squali, tartarughe e balene - fino ai rarissimi dugonghi e coccodrilli marini – che scorazzano nelle acque calde tra colorate tridacne giganti, e con innumerevoli relitti sommersi dell’ultima guerra a fare la gioia di ogni sub, grazie a una visibilità di 30-
La maggior attrazione è però rappresentata dagli indigeni Nambas, un centinaio di tribù che abitano in piccoli villaggi di capanne nella foresta ad un livello di civiltà fermo alla preistoria, vivendo di piccoli orti, caccia, pesca e allevando maiali, considerati l’unica vera ricchezza, e il fuoco ancora acceso sfregando due legnetti. Le donne indossano gonnelline di rafia e foglie, gli uomini un minuscolo perizoma oppure soltanto un astuccio penico. Le funzioni delle vesti la compiono le scarificazioni e le argille colorate, spesso cosparse in tutto il corpo, le maschere o le piume degli uccelli di cui si adornano.
Ricevono volentieri gli stranieri, anche se sono gli ultimi cannibali della terra, non per mangiarli ma per potersi esibire nelle loro pregevoli danze e raggranellare qualche mancia per poter mandare i figli a scuola. Anche se non sono stati pochi i missionari finiti in pentola fino a non molto tempo fa, il cannibalismo – ufficialmente bandito dal governo, ma ancora praticato nei villaggi più remoti - costituisce per loro una pratica essenzialmente rituale, esercitata soltanto nei confronti dei nemici vinti o dei membri reprobi della tribù. Cannibali si, ma istruiti. Infatti in ogni villaggio Nambas, anche il più selvaggio, si trova sempre qualcuno che parla fino a quattro lingue: l’inglese e il francese appresi a scuola, il bislama (un inglese semplificato che rappresenta la lingua nazionale) e uno dei 108 dialetti locali. Molto apprezzato dai visitatori anche il rito del naghol, il più famoso di tutta la Melanesia, che si svolge in primavera nell’isola di Pentecoste (attualmente sospeso per la sua pericolosità): si tratta del salto fatto dagli uomini da torri alte
Il tour operator torinese “Explorando” (tel. 011 54 05 20, www.explorandoviaggi.it) è tra i primi e i pochissimi in Italia a proporre soggiorni e viaggi nell’arcipelago di Vanuatu. Si può scegliere tra soggiorni balneari nei più confortevoli resort, con partenze individuali (minimo 2 persone) settimanali con voli di linea via Hong Kong e Sidney e programmi di escursioni e di attività a terra e in mare personalizzati, oppure per un tour esplorativo di gruppo di 20 giorni, con partenze fisse tra aprile e ottobre 2008, con visita alle coste e all’interno di diverse isole; il prezzo per l’itinerario con voli da Roma, pensione completa nei migliori alberghi e guida italiana, parte da 4.950 euro.










