Contratto/Lettera aperta ai colleghi giornalisti contrattualizzati
Commissione Contratto
Il sindacato deve intervenire con forza prima che sia troppo tardi, inserendo regole che definiscano i rapporti fra giornalisti liberi professionisti ed editori, un tariffario che determini compensi giusti e professionali. Principi inderogabili contenuti nel documento consegnato al segretario della FNSI Franco Siddi durante
Noi liberi professionisti non vogliamo essere contrattualizzati. Vogliamo però regole certe che ci permettano di raggiungere una retribuzione sicura e dignitosa. Lo strumento è la costituzione di un mercato del lavoro fuori dalle redazioni forte sia dal punto di vista delle tutele (e cioè la certezza dei pagamenti) sia dal punto di vista economico.
A pari lavoro deve corrispondere pari compenso, i giornalisti freelance, per scelta o indotti dal mercato, devono essere retribuiti come i giornalisti contrattualizzati. Tanto costa una pagina, un servizio, realizzati da un contrattualizzato, tanto deve essere pagata una pagina, un servizio, realizzati da un lavoratore autonomo.
Solo così si potrà evitare l'espulsione dei contrattualizzati. Ora gli editori possono utilizzare una massa di lavoratori a bassissimo costo, senza tutele, senza compensi certi e professionali. Come si fa a impedirglielo? Garantendo tutele e compensi equi ai non contrattualizzati. Non si tratta di
contrattualizzarli, ma applicare regole certe alle loro prestazioni di lavoro. Dovete rendervi conto che più costa
Invece, cari colleghi, non ve ne siete nemmeno accorti, ma avete aiutato il gioco perverso dei vostri editori. Avete permesso e permettete la riduzione d'ufficio di tutti i compensi, anche oggi e nei gruppi FIEG più importanti. Avete avvallato persino i ridicoli pagamenti di pochi euro al pezzo. Avete chiuso gli occhi sui tempi dei pagamenti che per una legge dello Stato di ben sei anni fa devono essere saldati entro 30 giorni dalla consegna del lavoro. Avete presentato e continuate a presentare con orgoglio ai vostri editori i budget di spesa ridotti e perlopiù proprio a danno dei collaboratori.Avete persino contribuito a rubare le idee a chi lavora fuori dalle redazioni, a massacrare i collaboratori, a risparmiare sul loro lavoro. Il risultato è che così facendo avete servito su un piatto d'argento ai vostri editori questa massa di lavoro, sottopagata, sfruttata, persino schiavizzata.
Questa è davvero l'ultima occasione. La FNSI non ha voluto rispettare la mozione congressuale del 2004 che prevedeva la nascita dell'Organismo di Base per i freelance (quello che oggi esiste per i pensionati e i
Ognuno di voi contrattualizzati deve contribuire a ripristinare le cose correttamente partendo proprio da tutte le vostre redazioni: no ai contratti capestro, ai compensi umilianti, ai pagamenti dopo mesi, a ordinare pezzi senza poi nemmeno pagarli solo perché avete cambiato idea o è arrivata una pagina di pubblicità in più.
Il 10 dicembre era l'anniversario della Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo, l'articolo 23 sancisce il diritto al lavoro e al terzo comma recita: "Ogni individuo che lavora ha diritto a una remunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia una esistenza conforme alla dignità umana". Ebbene, 60 anni dopo in Italia per i giornalisti freelance questo diritto non esiste. Nessuno, né il sindacato, né voi, è stato finora in grado di far rispettare ciò che l'ONU nel
Ma la vera vittoria sugli editori potrebbe essere data proprio dalla forza di contrattualizzati e lavoratori autonomi uniti in un'unica lotta per difendere gli uni i diritti degli altri.
Commissione Contratto in rappresentanza dei freelance
Senza Bavaglio