CASTELLI DELLA LOIRA, GEMME DEL RINASCIMENTO FRANCESE

Tutti conoscono, almeno per sentito dire, la magnificenza dei castelli della Loira, nel Nord Ovest della Francia, primo polo turistico dopo Parigi per la presenza – assieme a pregevoli città e borghi storici con le case a graticcio, di abbazie con chiostri, di imponenti cattedrali e di severi monasteri – della maggior densità di castelli di epoca rinascimentale esistente al mondo: chi parla di alcune centinaia, chi si spinge ad oltre mille; tutti concordano però sull’inavvicinabile magnificenza di tali residenze, disposte lungo le rive del fiume e dei suoi affluenti come tante pietre preziose incastonate in un braccialetto fatato, tanto che l’Unesco le ha riconosciute come Patrimonio dell’Umanità. Ciò che le guide non spiegano riguarda piuttosto l’anomala concentrazione di manieri nella valle del più lungo fiume francese, nota come culla della lingua franca, come Valle dei Re e come “giardino di Francia” per l’alternarsi di aree naturali come boschi, stagni e isole con coltivi di frutta e verdura (le prelibate primizie) e vitigni di ottimi vini capaci di rendere euforici ma non di ubriacare, degno corollario ad una cucina varia e gustosa e ad un clima mite. La regione famosa per l’arte del buon vivere non a caso diventa anche la patria di Gargantua, il personaggio che il poeta locale Rabelais ne fa il simbolo della giovialità e della ghiottoneria. Ma la vera risposta risiede nel fatto che sulle sponde di questo fiume sinuoso, che funge da cerniera tra nord e sud del paese, si è sviluppata buona parte della storia transalpina: qui tra XIV e XVI sec. sono nate le dinastie reali franche che da qui hanno governato per un secolo e mezzo, mentre Parigi era occupata dagli inglesi durante la Guerra dei Centanni (1337-1453). E anche dopo questa terra di delizie continuò a rappresentare il luogo ideale di villeggiatura e di svago per la corte e la nobiltà, per le cacce reali, gli amori clandestini, gli intrighi e le congiure, gli esili dorati.  I primi a sorgere in posizione arroccata furono i severi castelli medievali in epoca feudale, opere difensive nelle eterne lotte tra i signorotti locali. A partire dal 1400 i manieri scendono a valle, perdono le loro caratteristiche militari e si arricchiscono di ampi parchi e curati giardini, trasformandosi in lussuose e gigantesche residenze nobiliari con sfarzosi arredi, opere d’arte e mobili di valore. Siamo nel pieno del Rinascimento francese, al quale contribuirono non poco artisti e artigiani italiani al seguito di Caterina de Medici, a cominciare da Leonardo che vi morì. Questa terra che aveva assistito alle gesta di personaggi come Giulio Cesare e San Martino, Carlo Martello, Giovanna d’Arco e Calvino, ha prodotto anche grandi artisti come François Villon, Rabelais, Rousard, Balzac, Proust e Anatole France, solo per citarne alcuni. I suoi capolavori spaziano tra romanico, gotico, rinascimentale e classicistico. Le regge parigine del Louvre, di Fontainebleau e di Versailles affondano le loro radici nei castelli rinascimentali della Loira. I castelli si concentrano lungo le due rive del fiume, ed anche ben oltre, tra le città di Orlèans (dove Giovanna d’Arco sbaragliò gli inglesi, prima di essere messa al rogo) e Nantes, già in Bretagna: oltre 300 km di percorso, che con tutte le possibili deviazioni possono essere tranquillamente moltiplicati per dieci. La maggior parte sono restaurati, in perfetto stato di conservazione e visitabili. Alcuni sono stati trasformati in alberghi di lusso, dove si può dormire serenamente perché – a differenza di quelli inglesi e scozzesi – non sono infestati da fantasmi. Presso alcuni si svolgono spettacoli serali di son et lumière, con musiche d’epoca. Impossibile visitarli e descriverli tutti: accenneremo soltanto ai più importanti. Amboise è una cittadina raccolta attorno al suo enorme castello, una delle residenze reali più antiche e incantevoli. Carlo VIII, che vi nacque e morì, dovette ingrandirla per farci stare tutti i capolavori razziati in Italia. Francesco I, che vi organizzò memorabili feste e tornei, vi ospitò Leonardo, che qui morì dopo tre anni amato dal re come un padre. Angers è una fortezza feudale del XIII sec. con 17 torri cilindriche alte fino a 60 metri, eretto da San Luigi nell’arco di un secolo; contiene una pregevole raccolta di arazzi, tra cui un’Apocalisse lunga oltre 100 m, il maggiore mai costruito al mondo. Blois, capostipite architettonico di molti altri castelli della regione, costituisce un esempio perfetto di edificio rinascimentale, una piccola Versailles residenza preferita di parecchi re e regine; ospitò il cardinale Richelieu e vi morì l’intrigante Caterina de Medici. Chambord era un castello di caccia di Francesco I al centro di un’enorme riserva di cervi e cinghiali, oggi parco nazionale; dopo la trasformazione su progetto di Leonardo divenne uno dei maggiori e più fantastici della Loira, cantato da Molière e Chateaubriand, residenza preferita per parecchi re; nelle sue 440 stanze ospitò anche l’imperatore tedesco Carlo V e il Re Sole, che vi diede sontuose feste. Chenonceau sorge su un fiume retto da pilastri e volte ed è uno dei più graziosi anche per l’accurato parco circostante; Enrico II lo donò alla sua favorita, ma la legittima consorte Caterina de Medici riuscì a sfrattarla per ospitarvi il suo celebre “squadrone volante”, una schiera di avvenenti dame che concedeva prestazioni sessuali in cambio di informazioni utili per le trame diplomatiche della regina.

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