LES CHEMINS DE LA VIGNE
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Dall’iniziativa di quattro GAL, due italiani – Terre del Gattopardo (Sicilia) e Kroton (Calabria) - e due francesi – Pays Vignobles Gaillacois e Midi Pyrenées - è stata creata nel 2007 l’Associazione Iter Vitis Les Chemins de la Vigne, finalizzata alla gestione di un itinerario culturale del Consiglio d’Europa dedicato ai vigneti storici e ai più belli del vecchio continente. Bene, in circa un anno l’associazione è arrivata a riunire ben 13 Paesi europei e il progetto di itinerario è stato presentato a Strasburgo nel mese di ottobre 2008 ed ora è in attesa del verdetto da parte del Consiglio d’Europa per ricevere il riconoscimento che già distingue itinerari come Il Cammino di Santiago de Compostela e
Incontriamo il direttore dell’associazione, Gori (in realtà Gregorio, anche se è chiamato da sempre Gori!) Sparacino, per capire più da vicino com’è nato il progetto e cosa propone in concreto agli enoturisti, o meglio, agli ‘eno-viandanti’: «Seguo l’associazione dalla sua nascita, è un’idea che porto avanti dal 2007 nell’ambito di un progetto comunitario. Ad un certo punto ci siamo chiesti come mai nessuno avesse pensato di creare un itinerario culturale sul vino, anche considerando che ne esistono altri di vario genere, sull’ulivo per esempio. Quando come associazione ci siamo presentati all’Istituto europeo degli itinerari culturali del Lussemburgo, che poi è un’emanazione del Consiglio d’Europa, ci hanno dato l’ok per la candidatura, tanto più che l’idea partiva da una zona ad alta vocazione vitivinicola (Terre sicane, N.d.r.). Vorremmo collegare tante identità, ciascuna con la sua peculiarità, attraverso un patrimonio comune, il vino appunto, cercando di coniugare il paesaggio vitato alla cultura e a tutto quello che ne consegue per quanto riguarda l’attività di promozione culturale e turistica di tutti i territori vocati alla produzione vinicola legati da un’antica tradizione. Mentre le Strade del Vino in genere hanno come proprio orizzonte unicamente ciascuna il proprio territorio, la propria identità locale, qui invece vorremmo fare un ragionamento più articolato, evidenziando e valorizzando una rete tra i migliori paesaggi vitivinicoli attraverso la storia della vite e dei paesaggi stessi, che ne hanno determinato la visione attuale. Agli ‘eno-viandanti’ proponiamo la semplice riscoperta di questi meravigliosi paesaggi attraverso la storia dei territori interessati al progetto, anche con strumenti ‘futuribili’ quali navigatori satellitari e quant’altro, che forniranno notizie utili sul territorio e sui diversi itinerari, nonché su tutti gli associati al progetto. Non vorrei sembrare un trionfalista, però quello che ci preme di più è mettere in rete attraverso un forum e anche per mezzo di scambi di esperienze diverse realtà europee per cercare di dimostrare che l’Europa è unica anche attraverso il vino e la sua storia». Non ci resta che augurare all’associazione e a tutti i suoi componenti di raggiungere l’ambito traguardo del riconoscimento di questo interessante progetto da parte del Consiglio d’Europa.
IN SINTESI I PRINCIPALI OBIETTIVI DELL'ITINERARIO
Evidenziare come la produzione di vino sia sempre stata un simbolo di identità d'Europa per il resto del mondo e in che modo le conoscenze tecniche, la base di questa produzione, abbiano contribuito nel corso dei secoli alla costruzione della cittadinanza europea delle regioni, dei popoli e delle identità nazionali.
Proporre la qualità della vita delle zone rurali come un modello per il futuro.
Creazione di una banca dati dei vigneti storici, importante non solo per la conoscenza del loro viaggio in Europa, ma anche per ripristinare la loro storia, sia antica che contemporanea, indispensabili fondamenta di una politica di rispetto per la qualità del patrimonio vitivinicolo europeo.
Difendere i vigneti che, data l'entrata in vigore della riforma della organizzazione comune di mercato in Europa (OCM Vino), potrebbero essere estirpati non solo a causa delle eccedenze di produzione, ma anche a causa della loro posizione territoriale (terra di montagna, isole, pendii ripidi). Essi hanno bisogno, proprio a causa della loro natura, di essere protetti come particolari tipi di paesaggio.
Come da regolamento del Consiglio d’Europa, sarà inoltre compito dell’Itinerario promuovere forme di turismo sostenibile e dedicare una parte delle sue attività ai giovani ; a questo scopo sono già in programma stage per giovani viticoltori europei e nuove proposte tuirstiche che integrano la nautica da diporto con la scoperta dei territori rurali, implementando gli itinerari porto-entroterra con innovativi strumenti di lettura e valorizzazione del paesaggio (a tale proposito si veda il sito Web : www.odyssea.eu).
Nel mese di maggio
Un po’ di storia…
Sin dall’antichità la produzione vitivinicola ha contraddistinto la vita dei popoli europei e i territori dove questi hanno vissuto; è difficile definire esattamente quando cominciò tale produzione, sicuramente il vino è un valore culturale ed è un grande segno di civiltà. Riferimenti al vino li troviamo nella Bibbia, nella Genesi e nel Corano. Noè, appena uscito dall'arca, pianta una vigna e ne ottiene vino, fornendoci testimonianza del fatto che le tecniche enologiche erano ben conosciute già in epoca prediluviana. Gli Egiziani furono maestri e depositari di tali tecniche: con la cura e la precisione che li distingueva, tenevano registrazioni accurate di tutte le fasi del processo produttivo, dal lavoro in vigna alla conservazione. Attraverso i Greci e i Fenici il vino entrò in Europa. I poemi omerici testimoniano ampiamente la presenza e l'importanza del vino. All'epoca dell'Impero Romano la viticoltura si diffuse enormemente, raggiungendo l'Europa settentrionale. Tra l’altro, forti sono i legami con gli itinerari già costituiti legati al pellegrinaggio come il Cammino di Santiago e