GUSTO PER LA CULTURA? DEGUSTATE AL MUSEO


E’ possibile coniugare la visita di un museo d'arte con l'alta cucina? Sembrerebbe proprio di sì. Sono molti, infatti, i musei italiani e stranieri che offrono al loro interno raffinati ristoranti e bistrot che accolgono turisti e amanti dell’arte dediderosi di trascorrere una giornata all’insegna della cultura senza dover rinunciare al gusto per la buona cucina. 

a cura di leonella zupo

C’è chi, come Maria Sole Pantanella, ha scritto addirittura un libro sulle caffetterie dei musei europei, il cui titolo è “Un caffè al Museo”, per colmare una lacuna tutta italiana, visto che all’estero queste location sono già di tendenza da tempo. Insomma un modo insolito di darsi appuntamento per apprezzare i musei nelle diverse manifestazioni, culturali e non. Musei che non rappresentano più solo l’arte e la cultura dunque, che non sono più solo luoghi in cui poter ammirare oggetti e testimonianze di un lontano passato o la fantasia e la creatività di eminenti artisti, perché una visita in un museo arricchisce sicuramente l’anima ma – come sottolinea con un certo humour Maria Sole Pantanella – visto che anche il corpo vuole la sua parte, un crescente numero di strutture museali ha allestito dei luoghi di ristoro per rendere più piacevole la permanenza nei templi della cultura. E così, nel cuore dei luoghi sacri dell’arte sono stati aperti lussuosi ristoranti capaci di creare atmosfera ma anche della buona cucina. A cominciare dalla capitale dove, al Caffè Capitolino che si trova proprio all’interno di Palazzo Caffarelli, adiacente a piazza del Campidoglio (si può accedere sia dal piazzale Caffarelli che dal museo), vi è la possibilità per i visitatori di affacciarsi su una gigantesca terrazza con una straordinaria vista sui tetti e le cupole dell'Urbe. Il locale all'interno non vanta alcuna particolarità, gli spazi sono piccoli e adeguati solo per brevi consumazioni, ma la terrazza invece, che può ospitare trecento persone, offre almeno sessanta posti a sedere ed è circondata da antichi lecci, pini e cedri. Sulla terrazza si possono anche organizzare, in apertura straordinaria, serate con un servizio di catering personalizzato.  Non lontano da Villa Borghese, si trova il Caffè dell'Aranciera, con una serra arredata con tavolini in bambù e numerose piante, mentre il giardino è ornato da piccoli tavolini in marmo dove ci si può sedere tranquillamente a leggere, per una colazione immersi nel silenzio. Il sevizio di ristorazione è lo stesso della Galleria Borghese e del Caffè delle Arti, ma qui offre anche piatti che riecheggiano opere celebri appartenenti alle collezioni del museo, come la coppa Giulio III tra i gelati. E' possibile prenotare la serra e lo spazio esterno per feste private. 

Il Caffè delle Arti è considerato il più bel luogo di ristoro italiano all'interno di un museo: sarà per la grandissima terrazza affacciata proprio su Villa Borghese, oppure per i suoi interni monumentali, accoglienti ed eleganti dove, dalle prime ore del mattino, viene servita la colazione con lettura dei giornali, mentre all'ora del tè esibisce un'ottima biscotteria. Per pranzo, il menu fisso offre un piatto vegetariano, oppure un primo o un secondo di carne o pesce accompagnato da verdure. In estate si può mangiare anche la sera, dalle 20.30 fino alle 23.00. Le sale interne della Caffetteria delle Scuderie Papali, al Quirinale, sono state ristrutturate dall'architetto Ga Aulenti. Per i pranzi più importanti sono stati studiati menu a tema collegati a uno specifico vino. Nelle ore mattutine e pomeridiane si trova una ricca scelta di spremute e dolci di ottima pasticceria. In estate, nella stupenda terrazza con vista sul Quirinale, sono serviti ottimi gelati artigianali. L'unica pecca è l'impossibilità di accedere alla caffetteria senza fare il biglietto per l’ingresso alla mostra. Una menzione speciale spetta alla Caffetteria di Castel Sant’Angelo, tra le più romantiche che si possano immaginare. E' poco frequentata, se non da turisti e in via del tutto occasionale, perchè è segnalata in modo insufficiente e per raggiungerla bisogna pagare il biglietto del museo, oltre a dover seguire tutto il percorso in salita lungo i corridoi che portano alla terrazza del Castello. Il bar è piacevolissimo d'estate, quando si può usufruire della terrazza. Le proposte culinarie sono quelle di una classica caffetteria. Il Caffè Doria, alla Galleria Doria Pamphilij,  si distingue per uno stile che ricorda gli antichi caffè; si è accolti da un arredamento classico, circondato da una scura boiserie, mentre alle pareti, ben illuminati, sono appesi alcuni quadri d'epoca. In questo locale si può entrare indipendentemente dalla visita al museo e il servizio è rapido e cortese. Sempre a Roma, Rosso pomodoro è il nome di un grande ristorante - pizzeria, ultimo esempio di una catena di ristorazione napoletana, situato proprio in una grande sala adiacente all'ingresso del museo dei bambini, Explora. Qui si va a pranzo e a cena per gustare la genuina cucina mediterranea o le pizze alte e soffici, fritte o imbottite come da autentica tradizione napoletana, fatte rigorosamente nel forno a legna. Tutti i giorni è possibile trovare un piatto di pesce e, per finire, i classici dolci napoletani. Lo spazio della caffetteria del Museo Macro non ha invece ancora raggiunto la sua massima valorizzazione, ma il padiglione coperto da un soffitto di vetro offre la possibilità di disporre piccoli tavolini nella corte. Il locale, defilato su un lato del museo/industria, ha un arredamento sobrio, vagamente hi-tech, con piccoli tavolini e sedie disegnate da Stark e qualche tubo di acciaio a vista che ricorda la sua originaria struttura di spazio industriale. E veniamo alla caffetteria degli Scavi, ospitata in una costruzione moderna a mattoni annessa al museo. Vi può accedere solo chi ha pagato il biglietto di ingresso del parco. La caffetteria dà il meglio di sè in estate, periodo in cui tanti piccoli tavolini si affacciano sul giardino che guarda verso l'ansa del Tevere. L'interno offre un self-service con primi piatti caldi classici, moltissime buone verdure, oppure insalate di pollo o di mare. Lo spazio della caffetteria del Museo Hendrik Christian Andersen è stato ristrutturato dall'architetto Laura Gallucci e ricavato dalle vecchie cucine della casa di Andersen. All'entrata si trovano due salette con stucchi, arredate in modo intimo, ma con sedie e tavolini dal design moderno. Il locale è piccolo ma carino. Il servizio è quello di una normale caffetteria, con panini, pizzette e qualche fetta di dolce. Lasciamo la capitale per salire al nord, dove troviamo la Garden House nel Parco Basso dei Giardini della Reggia di Venaria (Torino), un angolo d'incanto affacciato sui giardini storici e sulle scenografie architettoniche della Fontana dell'Ercole e della Reggia di Diana. Da dove sarà ancor più gustoso ordinare un piatto tipico della cucina piemontese o un pranzo a tema insieme a vini e dolci locali, senza dimenticare la specialità per eccellenza, il Bicerin d'la Venaria, la celebre bevanda che veniva servita già in epoca sabauda. Per un pranzo principesco. Sempre nei dintorni torinesi, al Museo di Arte Contemporanea del Castello di Rivoli, tappa al ristorante Combal.Zero, che sorge accanto all'antica Pinacoteca dei Savoia su un colle con vista su tutta Torino. Di impeccabile bellezza le vetrate di cristallo della sala ristorante, per non rinunciare alla vista quando il gusto è protagonista. A tavola, piatti di altissimo livello serviti in stile elegantemente minimal dallo Chef Davide Scabin. Gusto e lusso d'autore. A Milano, dove ci si può accomodare al Bistrot Bovisa, ispirato e curato dallo Chef Moreno Cedroni all'interno della Triennale Bovisa, c’è un nuovo spazio dedicato all'arte contemporanea. Orario di chiusura? Le due di notte. Irrinunciabili? Bresaola di tonno con zucchine e zuppa di lenticchie con capesante dell'Atlantico e Pata Negra. Attenzione ai martedì del Bovisa: ogni 15 giorni l'appuntamento è con l'aperitivo TriVision, dedicato all'esposizione delle opere degli studenti di Architettura e Design del Politecnico. In laguna, per uno speciale "Aperitivo al Museo" firmato dal barman veneziano Piero Ballarin, recatevi sulla Terrazza Marino Marini del Museo Peggy Guggenheim, nel settecentesco Palazzo Venier dei Leoni. Oltre allo spritz veneziano con vista sul Canal Grande e sulle cupole di San Marco, ogni domenica mattina, d'estate, ci si può accomodare al Peggy Guggenheim Museum Café gestito dal ristorante "Ai gondolieri", rinomato non solo per la sua carne ma anche per i clienti del jet set internazionale. Ma non è finita. Il Guggenheim veneziano offre la possibilità di organizzare un evento in forma privata "affittando" la casa di Peggy per i propri ospiti e amici, invitati sullo spettacolare Roof Terrace. Il tetto è rigorosamente su prenotazione. Ma la gastronomia Made in Italy è arrivata anche nel tempio della cultura francese, il Louvre, dove Autogrill ha rilevato le attività di ristorazione del Carrousel du Louvre, la galleria commerciale all’interno del museo parigino, e dove si trovano 14 centri di ristorazione frequentati da circa otto milioni di persone l’anno. Nel solo 2005, per avere un’idea, sono stati serviti oltre due milioni di pasti, con ricavi per 8,5 milioni di euro. Il Carrousel du Louvre, che sarà restaurato dallo Studio di Architettura e Design di Chapman Taylor, rappresenta un deciso passo di Autogrill verso la ristorazione nei musei e centri commerciali. Finora, infatti, la società si era concentrata soprattutto sulle attività in autostrade, stazioni ferroviarie e aeroporti. Ma Autogrill conta già su punti vendita in alcuni luoghi “simbolo”, dall’Empire State Building di New York a Via del Corso a Roma, dallo Space Center di Houston al Prado di Madrid e ai giardini di Versailles. Insomma, grandi architetti ristrutturano spazi preesistenti, gli Chef si cimentano in fantasiosi menu, spesso in tema con le mostre, e i curatori del decor coordinano sedie, tavolini, lampade e posate, spesso firmati da designer di grido. Completano l’opera, nei posti più all’avanguardia, le note della compilation più gettonata del momento: Georges, all’ultimo piano del Centro Pompidou di Parigi per essere il luogo di cultura più fashion, Tower Restaurant del Royal Museum of Scotland, perchè è diventato il posto più esclusivo di Edimburgo. 

E perché andare a cena sotto la cupola della Bundestag, nel palazzo del Reichstag? Chiaro: offre una caffetteria con una vista unica su Berlino. Il Louisiana Museum of Modern Art è affacciato magnificamente sul Mar Baltico e con il soffitto trasparente si possono ammirare i tetti dell’affascinante città di Copenhagen; infine la romantica Villa Ephrussi a Cap-Ferrat, che si staglia sulla baia di Villefranche, è senza dubbio la location più romantica, mentre tornando nel BelPaese, sicuramente da non perdere è la Caffetteria degli Uffizi: Palazzo Vecchio è così vicino che sembra di poterlo toccare! E il business? Be’, per quello non resta che affrettarsi per trovare musei forse ancora per poco sguarniti di ristò...