LA FORZA DELLE DONNE

maltrattamenti

MALTRATTAMENTI

La violenza fisica comprende l'uso di qualsiasi atto volto a far male o a spaventare la vittima. Non riguarda solo l'aggressione fisica grave, che causa ferite richiedenti cure mediche di emergenza, ma anche ogni contatto fisico mirante a spaventare e a rendere la vittima soggetta al controllo dell’aggressore.

“Lo stereotipo culturale sulla violenza sembra riferirsi solo alle botte e l’uomo violento viene identificato come colui che picchia e appare talmente spregevole da essere messo ai margini del contesto sociale” (Ponzio, 2004).
La realtà è diversa e molto articolata, a volte sottile e ambigua. In realtà la violenza fisica si può manifestare in modi diversi, che spesso sfuggono a una precisa catalogazione sotto la voce «botte». Molte donne ritengono di non essere state vittime di violenza fisica solo perché non sono state picchiate tanto da ricorrere a cure mediche, o addirittura non sono state picchiate, ma solo terrorizzate dalla minaccia di eventi terribili, percosse, ferite, morte e quant’altro.

La violenza fisica è solo un aspetto del fenomeno del maltrattamento che si manifesta attraverso strategie diversificate. Quando si parla di violenza fisica, si intende qualsiasi azione che possa far male o spaventare: non solo botte che provocano lividi, ferite o rotture, ma anche atti intimidatori e minacce che tendono a terrorizzare la donna e a tenerla sotto controllo. Il maltrattamento fisico può comprendere anche l’essere chiusi in una stanza o fuori di casa, l’essere tenuti forzatamente svegli o minacciati con un’arma.

Le vittime di violenza fisica possono essere colpite da danni permanenti, come la perdita parziale dell’udito o della vista per ceffoni o pugni, lesioni a organi vitali dovute a calci o botte, oppure possono presentare cicatrici o rotture alle articolazioni che possono provocare invalidità parziale o permanente, e il alcuni casi interruzione di gravidanza, in seguito a calci o percosse, senza contare la possibilità di traumi cronici con conseguenti difficoltà a vari livelli dal senso motorio al linguaggio, alla coordinazione.

Ma anche dove le conseguenze non sono così visibili e riscontrabili, l’elenco degli effetti sul fisico sono impressionanti. Molte donne lamentano asma, disturbi del tratto genito-urinario, tachicardie e ipertensione, senso costante di peso e oppressione o disturbi gastrointestinali (ANEMGI, 1998). È bene ricordare che l’importanza di alcune forme minori di violenza non deve essere sottovalutata, in quanto ogni atto di violenza fisica è potenzialmente una minaccia alla vita di chi lo subisce.

Nel maltrattamento fisico, la componente psicologica più pesante consiste nella imprevedibilità dell’aggressione, in quanto qualsiasi motivo può essere un pretesto scatenante. Pertanto, la vittima potenziale consuma ogni energia per evitare accuratamente ogni comportamento che potrebbe provocare una reazione aggressiva verbale o fisica del partner.

Da un punto di vista penalistico, la violenza fisica può comprendere tutti i tipi di lesioni personali (lievi, gravi o gravissime, ex artt. 582 e 583 c.p.), le percosse (ex art. 581 c.p.), i veri e propri maltrattamenti (ex art. 572 c.p.), l’abuso di mezzi di correzione se attuati con violenza (ex art. 571 c.p.), fino al tentato omicidio o all’omicidio (ex art. 585 c.p.) come il fenomeno dell’uxoricidio, l’uccisione della donna da parte di colui che la maltratta.

P. Romito (2000) ricorda come il famigerato «delitto d’onore», abrogato solo nel 1981, riducesse notevolmente le pene nel caso che l’uxoricidio fosse avvenuto nella circostanza di una relazione illegittima della partner. A tal proposito, va rilevato che una significativa percentuale di aggressioni e di omicidi compiuti dalle donne nei confronti del partner si verificano in risposta alle aggressioni e minacce di costui.

Un altro aspetto cha va sottolineato è il fatto che il maltrattante sia nella maggioranza dei casi un "insospettabile"; ciò ha posto fin dall’inizio un grosso problema perché può diventare un ostacolo alla protezione della donna. Spesso, davanti a figure istituzionali, i maltrattanti insospettabili presentano un aspetto ineccepibile che confonde le acque e che riporta al problema dell’individuazione delle responsabilità nella relazione violenta con conseguenti scivolamenti tra la percezione di conflitto tra coniugi e di abuso.

D’altronde a colludere con le strategie dell’abuso e a permetterne il perpetuarsi sta proprio nel fatto che la violenza familiare è un fenomeno molto nascosto, che si consuma nel segreto delle mura domestiche e che è conosciuto solo da chi dentro queste mura vive.