MARCHE: VENT’ANNI DI… “TIPICITÀ”
Marche ed enogastronomia: non solo Verdicchio. I prodotti tipici di qualità di questa regione, nell’accezione più ampia del termine, in vetrina a Fermo per tre giorni in occasione del salone regionale “Tipicità”, una manifestazione che in vent’anni è diventata la più importante delle Marche.
a cura di leonella zupo
“Territorio, agricoltura, sapori, turismo: un mix vincente per il futuro della nostra economia. L’enogastronomia marchigiana è una risorsa, da sempre, protagonista del passato, del presente e del futuro di questa regione. Si mantiene nel tempo, evolvendosi con creatività nel pieno rispetto delle sue origini”... Così ha esordito quest’anno a Fermo il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, all’inaugurazione di “Tipicità”. “E’ con questo spirito che la Regione intende investire con sempre maggiore determinazione su questi settori, strettamente connessi tra loro, per affrontare con forza la difficile crisi che stiamo vivendo – ha aggiunto - un nuovo motore di crescita per l’economia, che può affiancare con successo il più tradizionale manifatturiero”. Il governatore ha visitato gli stand della fiera mostrando all’ambasciatrice della Serbia Ana Hrustanovic, ospite d’onore di questa edizione, i prodotti e le peculiarità presenti all’evento.
Dal 21 al 23 aprile scorso le Marche si sono dunque proiettate nel vortice del gusto, con una rassegna che quest’anno ha celebrato i suoi primi vent’anni di vita, con un programma di oltre settanta eventi giocati sul tema del confronto.
Non solo Marche infatti, ma ampio spazio ai sapori e ai profumi di tutta l’area adriatico-ionica, arricchiti da presenze che spaziavano dalla Norvegia alla Sicilia, passando per il Veneto, il Piemonte e la Calabria. Una vera e propria melting pot del gusto vissuta appieno nei rinnovati ed ampi locali di Molini Girola. Con il ricchissimo palinsesto di eventi in programma, Tipicità ha offerto infatti concretamente l’opportunità di vivere in un weekend tutto il bello e il buono delle Marche, ma come sempre anche le tradizioni e i sapori di altri territori italiani e stranieri. Un cartellone di iniziative davvero per tutti i gusti: Tipicità in blu-Le stagioni del pesce, Stoccafisso senza frontiere e Verdicchio & Co., ma anche banchi d’assaggio, presentazioni e degustazioni-talk show in compagnia di grandi Chef e volti noti. In primo piano, naturalmente, le squisite tipicità marchigiane, con aree espositive dedicate al BtoB e l’immancabile mercatino che, da sempre, offre la possibilità di degustare e acquistare, direttamente dai produttori, esclusive specialità: olive ascolane, formaggi pecorini e caprini, ciauscolo, maccheroncini di Campofilone, vino cotto, salame di Fabriano, mela rosa dei Sibillini, miele, marmellate, tartufi, prosciutto di Carpegna, legumi e cereali biologici, olio extravergine d’oliva e, non ultimo, anche il pregiato pesce dell’Adriatico.
Nel suo padiglione espositivo, Tipicità ha proposto anche un Salone del Turismo dedicato all’esperienza Marche, all’interno del quale paesi e comprensori della regione hanno presentato prelibatezze enogastronomiche accanto ad attrattive storico-artistico-culturali, naturalistiche e paesaggistiche, mentre il “saper fare marchigiano” ha avuto il suo spazio privilegiato con la Galleria del Made in Marche e le esibizioni dei maestri artigiani. Con Made in Marche Festival, grandi appuntamenti per gli amanti del vino hanno maggiormente arricchito questa edizione: a farla da padrone, ovviamente, le venti Denominazioni di origine della regione che si stanno affermando sempre più nel panorama nazionale ed internazionale per unicità e qualità. Durante la tre giorni, in degustazione l’intero “Vigneto Marche”, in virtù della collaborazione tra l’Istituto marchigiano di Tutela Vini e il Consorzio Vini Piceni. Grande spazio naturalmente è stato destinato al “sempreverde re” dell’enologia made in Marche, Sua Maestà il Verdicchio, protagonista – come da ormai consolidata tradizione – di un confronto con un’altra “testa di serie” del panorama vinicolo italiano: il Friulano. La giornata di domenica si è svolta all’insegna dei rossi. Per questa giornata, infatti, il palinsesto prevedeva un piacevole confronto fra il Lacrima di Morro d’Alba e il piemontese Ruché, due vini che condividono l’aroma fruttato e la morbidezza al palato. Infine, sempre per tutti gli amanti del vino, il giorno seguente si è svolto un altro esclusivo appuntamento, organizzato dal Gruppo il sole 24 ore, nel corso del quale è stato presentato il primo rapporto della Filiera Vino. Ma in realta sono stati davvero numerosissimi gli appuntamenti, le degustazioni guidate e i momenti di approfondimento dedicati agli appassionati del nettare di Bacco, come “Entra nel vortice del gusto!”, un inebriante vortice vestito delle suadenti tonalità e sfumature cromatiche del bianco, rosso, rosato e verde, anzi… Verdicchio!
La provincia di Fermo,
cuore di una terra antica
Il paesaggio fermano, come del resto quello dell’intera regione Marche, ha una conformazione molto varia che meriterebbe tutta di essere scoperta. Il territorio di questa provincia, che si estende dal litorale adriatico ai Sibillini - nelle cui gole pare quasi ancora di “sentire” gli echi delle leggendarie sibille, è popolato da ben quaranta comuni: i castelli dell’antica Marca fermana. Al centro, suggestivi crinali di colline coronati da borghi, autentici scrigni di secoli di storia, arte e tradizioni. Lungo le valli principali, Valtenna, Valdete e Valdaso, un’agricoltura varia e ordinata e il fervore delle moderne produzioni industriali esprimono inevitabilmente il carattere degli abitanti, laboriosi, creativi e tenaci. Il turista che dalle spiagge salirà verso i monti, passando per Fermo, godrà di un paesaggio collinare molto armonioso, a tratti aggiungerei mozzafiato, che a mio parere non ha nulla da invidiare alla Toscana.
Di paese in paese incontrerà le tracce dei Piceni e dei Romani, mentre tra borghi e abazie potrà rivivere tutto il fascino del Medioevo; si perderà nei volti delle Madonne dei Crivelli e nei luoghi surreali di Licini, potrà ritrovare vecchi mestieri che credeva scomparsi e imbattersi nei prodotti di un’industria di qualità.
E certamente finirà per sedersi al tavolo di una trattoria, dove ogni piatto sarà la sintesi di una lontana sapienza culinaria. Ma qui naturalmente il cuore del territorio è Fermo, antica colonia romana, poi signora di castelli e città di studi, oggi capoluogo di importanti distretti produttivi. Da non perdere le piscine romane, il duomo, la piazza rinascimentale e il Teatro dell’Aquila, che ne narrano la lunga e nobile storia.
Le donne di Ancona
e il mondo della pesca
Il mondo della pesca è un ambito normalmente conosciuto, oltre che come settore di particolare produttività, anche per una sua specifica connotazione al maschile. Le donne in realtà sono state sempre una presenza costante ma silente, con nessuna visibilità e tantomeno riconoscimenti o tutele per il loro ruolo di collaboratrici dell’impresa ittica familiare. La letteratura, la pittura e altre forme artistiche hanno aiutato l’immaginario collettivo a pensare alla pesca come un ambito frequentato e sostenuto solo da uomini. Le donne, quando rappresentate, avevano solo il ruolo di coloro che attendevano i mariti sul litorale o al più aiutavano a distribuire il pesce nei panieri. Una visione iconografica molto lontana dalla realtà, poiché le donne hanno sempre ricoperto ruoli attivi nel mondo della pesca. Nell’ambito delle imprese di pesca familiari, in Italia, sono spessissimo le donne a svolgere le mansioni di terra che queste imprese richiedono: commercializzazione del pescato, amministrazione, svolgimento delle pratiche burocratiche, rapporti con i cantieri e con le cooperative di servizi e le Capitanerie. Questo avviene poiché gli uomini sono impegnati in mare per quasi tutta la settimana e sono perciò impossibilitati a pensare anche a questa parte a terra del loro lavoro. Ruotano intorno al mondo della pesca poi, le donne impiegate nelle cooperative, nei mercati ittici, nei sindacati di categoria e le biologhe.
Ad Ancona e nelle marinerie vicine, il lavoro delle donne si svolge a partire prima dell’alba, le due di notte, quando le barche attraccano al porto per scaricare il pescato. Le donne caricano le casse del pesce sui loro mezzi, le portano al mercato ittico e spesso sono costrette a ricercare mercati più propizi anche a 100 km di distanza. A fine vendita, tornano a casa per il lavoro di cura familiare e poi seguono l’amministrazione, nonché la parte burocratica dell’impresa. Come si evince, il ruolo femminile è quindi estremamente importante e faticoso. Nella Regione Marche sono presenti numerose e importanti marinerie, e al loro interno la presenza delle donne è consistente, anche se impegnate a vario titolo. Da queste donne, e in modo particolare da quelle di Ancona, è nata l’idea di costituirsi in associazione per essere conosciute e riconosciute. Nel 2004 infatti si è costituita legalmente ad Ancona l’associazione “Penelope-donne nella pesca”. L’associazione rappresenta le donne che a vario titolo operano nel mondo della pesca, occupandosi principalmente di amministrazione e commercializzazione del pescato delle proprie imprese familiari ed ha come scopo quello di veder riconosciuta l’importanza del ruolo sociale delle donne in un ambito particolare quale è quello della pesca, e favorire la ricerca di tutele e garanzie per lo svolgimento delle attività inerenti a tale ruolo, ma vuole anche promuovere la conoscenza del mondo della pesca e delle sue tradizioni affinché non vada perduta la memoria, patrimonio storico-sociale che ha ancora tanto da insegnare.
L’associazione intende determinare nelle donne la consapevolezza della qualità del lavoro che esse svolgono, fino ad arrivare all’acquisizione del concetto di impresa, offrendo una formazione sia per l’utilizzo di strumenti informatici atti a ottimizzare il lavoro sia per la microimprenditorialità. L’associazione intende inoltre mettersi in relazione con altre associazioni nazionali e transnazionali per uno scambio informativo che possa essere imput di crescita culturale a livello europeo. A tale proposito Penelope è confluita nella rete europea di donne della pesca denominata AKTEA, presentata ufficialmente nel maggio 2006 nell’ambito della Fiera Internazionale della Pesca di Ancona.
MACERATA OPERA FESTIVAL
ARENA SFERISTERIO STAGIONE 2012
Nuovo logo e immagine rinnovata per la stagione lirica maceratese. Dal 2012 il percorso che coniuga il rispetto della tradizione e la valorizzazione dei giovani talenti si chiama Macerata Opera Festival, e vede la direzione artistica di un regista non ancora quarantenne, Francesco Micheli. Sviluppo culturale ed economico del territorio e promozione internazionale dell’Arena sono le linee guida della stagione lirica che si svilupperà lungo l’arco di un mese, da metà luglio a metà agosto, con tre titoli in cartellone: La Traviata di Giuseppe Verdi, La Bohème di Giacomo Puccini e Carmen di Georges Bizet. Accanto al cartellone dello Sferisterio, una serie di appuntamenti tra concerti, spettacoli, performance e mostre, faranno dialogare il melodramma con altre forme d’arte per coinvolgere un pubblico sempre più ampio e trasformare la città di Macerata e il suo territorio in un grande palcoscenico della musica e del teatro.