Ritratto di un vampiro
Il "vampiro" è colui il quale, con la propria aggressività, prepotenza, maleducazione e quant’altro, gode nel privare gli altri della propria dignità umana e si nutre, come un vampiro, della goccia di sangue che sgorga dalla ferita inferta alla dignità altrui.
Di solito ci troviamo di fronte a persone di dubbie qualità morali che si auto-ammantano di un alone di potere. Il loro bisogno di dominare sugli altri emana da essi come un odore. I “vampiri” alternano atteggiamenti atti a farci sentire un’assoluta nullità al loro confronto, con altri più bonari e apparentemente umani. Ma sono questi ultimi che completano la cattura delle loro prede/vittime, depauperandole delle loro migliori energie. Ma il vero mostro non è né un essere vivente né un demone, solo l’ILLUSIONE della sua superiorità nei confronti degli altri esseri, basata su principi di forza e di astuzia predatoria. Il vampiro letterario, il succhiatore di sangue con i canini lunghi e aguzzi, è la semplice metafora di un tipo umano diffuso nel nostro mondo. E' possibile constatare diversi fenomeni di perdita improvvisa di energia dopo anche un solo breve contatto con essi, così abili a giocare certi giochi con la dignità altrui. L’energia di cui si parla è quella cosa senza la quale ci sentiamo più stanchi, più tesi, più frustrati, più amareggiati, più scoraggiati di prima… E i “vampiri” sono persone che si nutrono dell’energia altrui, della forza vitale dei propri simili, insomma. Anche se, in realtà, il vampiro non è altro che una forza che trova accesso in una persona in particolari condizioni psicologiche ed esistenziali…
Il vampiro si sente morto dentro e ha quindi bisogno della vita, ecco perché la sua preda è l’energia vitale, l’energia che pulsa, che scorre, che viene da una sorgente invisibile e che si manifesta attraverso la vitalità, la gioia, l’entusiasmo, l’amore, la fiducia, l’affetto, l’armonia, le cose delicate. I sentimenti altrui. Queste sono le prelibatezze che fanno fremere un vampiro ed eccitano la sua fame. E quando, coscientemente o in modo istintivo, qualcuno si sottrae a questo meccanismo, negando adesione alle richieste di complicità, ai… “ci siamo capiti?” , con cui il vampiro lega le sue vittime, quando qualcuno non si dimostra disposto a lasciarsi rubare energia, allora viene immediatamente notato come un essere alieno. Tutta l’attenzione del vampiro, dunque, come l’attenzione di una belva predatrice, è volta ad analizzare le debolezze dell’avversario, i punti di cedimento, i tempi giusti dell’attacco, il dosaggio delle energie da succhiare, affinché la vittima non si metta troppo sulla difensiva.
Ma come agisce esattamente un vampiro? Con tutta una serie di piccoli atti di malignità, o di provocazione, o di maleducazione, o di semplice mancanza di gentilezza. Che carica negativa, e quale alito greve e avido emana…
Una delle tipiche modalità di approccio che meglio identificano il vampiro è la sua tendenza ad accostarsi alla vittima per sottrarle del tempo che essa aveva intenzione di gestire in modo diverso. Morsi di zanzara… E comunque, un comportamento che, attivato per istinto o per calcolo, ha sempre come risultato una sottrazione di energia agli altri. Tuttavia è sciocco temere i vampiri perché hanno tanti punti deboli. Anzi, si può dire che ogni vampiro è tutto un punto debole, sebbene non faccia altro che ostentare il suo “pseudo-potere”. Ma vive nel mito di se stesso, e poiché dietro a un falso mito si nasconde sempre una VERGOGNA, non bisogna né temerlo né tantomeno assecondarlo, ma semplicemente inseguirlo, raggiungerlo e metterlo di fronte a se stesso, di fronte a uno specchio in cui (come nella tradizione i vampiri allo specchio non si riflettono) possa vedere riflesso il suo NULLA, ovvero l’essenza del proprio essere. Se tenteremo di dare rispetto al vampiro, avviando con lui un dialogo a proposito dei suoi comportamenti che umiliano e feriscono, lui comincerà a reagire con fiera fermezza, passando al contrattacco e sostenendo che abbiamo una visione ingiusta delle cose, che le nostre reazioni sono la prova del fatto che siamo permalosi, scontrosi, fragili di nervi, inadatti a vivere tra la “gente normale” e in particolare ad avere rapporti con persone come lui; la conclusione sarà che, vista la nostra suscettibilità, d’ora in avanti si guarderà bene dall’essere aperto e sincero con noi. Il vampiro, infatti, spesso rafforza il proprio mito affermando di essere qualcuno che parla in faccia, un raro e prezioso rappresentante di una razza in estinzione: quella dei sinceri, degli schietti, dei genuini, di quelli che non hanno peli sulla lingua. Sulla lingua forse no, ma sul cuore è da vedere. La loro sincerità, infatti, consiste quasi sempre nel dire agli altri - e degli altri - cose sgradevoli, o nell’emettere sentenze squalificanti. Il vampiro, in nome della sincerità, fa a pezzi la sensibilità e spesso la reputazione degli altri, gabellando per un valore morale quella sincerità che è solo un mezzo di prevaricazione. La vera sincerità è la sincerità del cuore, non quella della lingua… La sincerità del cuore è una cosa molto diversa, perché si fonda sul rispetto per la sensibilità altrui. Il vampiro, quando parla, lo fa per negare, mai per affermare. E anche quando afferma (e per screditare il suo avversario deve affermare), lo fa comunque come conseguenza di una negazione originaria e fondamentale, come elaborazione di una deliberata scelta di negare la qualità umana di qualcuno attraverso il sabotaggio della sua dignità e la manomissione permanente della sua immagine. Infine, un vampiro è sempre maleducato; magari solo un po’, ma lo è SEMPRE. Il guaio è che non tutti se ne accorgono, e invece è necessario fare in modo che se ne accorgano in tanti… (FONTE: tratto da un sito dedicato all'argomento).