Scuola Waldorf, una scuola a misura di bambino




La storia del nostro tempo ci segnala con chiarezza diverse esigenze cui la scuola è chiamata a rispondere, e alle quali l’istruzione pubblica ufficiale ha reagito nel corso dei decenni con riforme sempre più innovative, differenziazioni sempre più incisive e scelte anticipate. Al giorno d’oggi, da coloro che terminano gli studi, ci si attende qualcosa del tutto diverso da quello che ci si aspettava un tempo. Oggi si dà più valore a una consapevolezza delle proprie responsabilità, alla capacità di immedesimazione, alla creatività e alle capacità di decisione, piuttosto che a un vasto sapere specialistico e particolareggiato.

Le scuole Rudolf Steiner, già a partire dagli anni ’20, favoriscono lo sviluppo di tali facoltà. Il metodo, introdotto per la prima volta 70 anni fa, è oggi applicato con notevole successo in quasi tutti i Paesi del mondo. E da allora, le stesse materie di studio trovano a poco a poco accesso anche nelle scuole statali. Ciò che un tempo veniva considerato una peculiarità, oggi viene infatti praticato anche nell’ambito dell’istruzione pubblica, come l’inserimento delle lingue straniere già nelle prime classi, il lavoro manuale uguale per maschi e femmine, la musica, la pittura e le altre materie artistiche, così come il giudizio dell’insegnante in sostituzione dei voti. L’effetto equilibratore della pedagogia steineriana (o pedagogia “Waldorf”) offre ai bambini con predisposizioni differenti le stesse possibilità per la vita: al temperamento leggero e incostante la necessaria profondità e riflessività, a quello lento e pigro il relativo slancio. In queste scuole il collegamento con la vita pratica inizia già nelle classi elementari, quando i bambini fanno visita a contadini e artigiani, condividendo in qualche misura il loro stesso lavoro. Nella scuola media apprendono poi lo sviluppo della tecnica. Nelle classi superiori, infine, l’insegnamento pratico in rami professionali diversi è fonte di vivaci opinioni realistiche e fondate sullo sviluppo e sull’attuale condizione del mercato del lavoro. Dopo il periodo scolastico, di tredici anni per il piano di studi completo, i giovani sono maturi per intraprendere una professione o uno studio universitario che corrisponda alle loro mete, oppure ancora per intraprendere un indirizzo specialistico. Nella vita della classe, in queste scuole, i giovani hanno la possibilità di sperimentare, nel corso degli anni, una vera comunità sociale formata da grandi diversità individuali. L’aspetto che maggiormente segnaliamo è quello che sempre più viene riconosciuta, a coloro che hanno compiuto gli studi in queste scuole, la particolare capacità di aprirsi a nuove relazioni con la gioia di imparare e di attendere agli impegni liberamente scelti.

Per contro, Steiner stesso, fondatore dell’antroposofia o “scienza dello spirito”, asseriva: “La vita stessa è la grande scuola di vita, e si potrà uscire dalla scuola nel modo giusto soltanto se dalla scuola si porta con sé la capacità di imparare a conoscere la propria vita dalla propria vita”.

Si rende a questo punto doveroso un chiarimento, perché nell’attuale clima di fioritura di filosofie esotiche e medicine alternative – strettamente connesse al fenomeno New Age – troppe volte l’antroposofia viene assimilata alle tante discipline salutistiche o misticheggianti del nostro tempo. Di fronte a tali correnti neo-esoteriche, la scienza dello spirito rivendica infatti la specificità della sua storia e delle sue idee, che ne fanno non una rivisitazione di antiche dottrine mistiche, ma una nuova via di conoscenza spirituale sorta dal grado di consapevolezza che il pensiero ha raggiunto nella storia.

La chiave del piano di studi sembra riepilogarsi nel non doversi chiedere: “ Che cosa deve sapere l’essere umano che sia connesso con l’ordine sociale esistente?”, bensì “Che cosa vi è predisposto nell’essere umano, e che cosa può essere sviluppato in lui?”.

Questa affermazione dello stesso Rudolf Steiner, in occasione della prima scuola Waldorf, portò al superamento della diffusa convinzione che il contenuto dell’insegnamento debba essere il più rapidamente possibile assimilabile nel bambino… per quanto indigesto possa essere.

Il piano delle materie di studio di una tipica scuola steineriana mostra un certo equilibrio tra le materie teoriche e quelle pratiche e artistiche. Queste ultime risvegliano la creatività, l’iniziativa e le capacità sociali, accrescono e vivacizzano la capacità di apprendimento in tutti i campi. La ritmicità tra l’ascolto e l’elaborazione, il riposo e l’attività, permeano l’intero piano di studi.

Le scuole steineriane comprendono tutto l’iter pedagogico, dall’asilo al liceo. Dispongono inoltre di tutte le strutture necessarie per svolgere il loro impegnativo programma: la palestra, la mensa, il teatro – dove si tengono le rappresentazioni preparate dagli allievi – la sala di euritmia, il laboratorio di falegnameria, lavoro manuale, modellaggio della creta, battitura del rame, tessitura, le aule per gli esperimenti di chimica e di fisica, e così via.

Nei mesi di giugno e luglio, inoltre, a Milano – in via Clericetti – l’Associazione Amici della Scuola Steineriana organizza una scuola estiva aperta a tutti i bambini e ai ragazzi (dai 3 ai 12 anni), anche a quelli che non frequentano la scuola, ottima occasione per un breve assaggio di questa splendida pedagogia.

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