Veneto - Strada dei Vini Doc Lison Pramaggiore - 2007


Dalla terra al mare, seguendo le “ombre” del
Leone d’oro di San Marco

Un viaggio per conoscere il territorio e i prodotti di una terra ad alta vocazione vitivinicola il cui cuore è indissolubilmente legato al vino, già apprezzato dai Dogi, ma anche di una “Venezia alternativa” meno conosciuta, tra isole e barene, attraverso il rapporto acqua-terra, in una zona che si contraddistingue per l’ospitalità, la storia, la cultura e la ricchezza enogastronomica. E che, soprattutto, è ancora capace di stupire ed emozionare.

a cura di Leonella Zupo

Quello che segue è un itinerario proposto al turista intenzionato a scoprire le zone racchiuse nella parte più orientale del Veneto, tra Lison Pramaggiore, Portogruaro, Concordia Sagittaria, Belfiore, Summaga, Caorle, San Stino di Livenza, Annone Veneto, Cinto Caomaggiore e Bibione, alla ricerca di una cucina genuina, in un ambiente immerso nel verde e nel silenzio, a pochi passi dalla bellissima Venezia. Con questo itinerario il nostro viaggiatore potrà abbinare le bellezze naturali e paesaggistiche alla cultura e alla storia della Serenissima, coniugando il tutto ad un’ottima proposta enogastronomica tra le realtà poste lungo la Strada dei Vini, che vi invitiamo a conoscere e visitare, anche perché un viaggio non può trascendere i prodotti tipici di un territorio, né tantomeno le piccole realtà minori. Non solo Venezia, dunque: un itinerario sulla scia di una storia in cui si narrano le vicende del leone di San Marco che, proprio dalla sua amata Venezia, giunge nell’entroterra e se ne innamora, con la possibilità di conoscere “due Venezie” tra loro differenti, una città di terra e l’altra di acqua, entrambe affascinanti, unite sotto lo stesso simbolo del leone alato. Il nostro tour comincia proprio nel cuore della Strada, perché è proprio da qui che inizia la scoperta di quella che è l’identità di questa terra, con una storia e una tradizione profondamente legate ai vitigni che ne hanno reso famosi i vini in tutto il nostro Paese e in Europa. Ovviamente Strada del Vino vuol dire non solo un insieme di cantine e di produttori o un semplice tracciato stradale, ma anche tutta un’offerta integrata in grado di accogliere il visitatore e di fargli apprezzare le tipicità e le attrazioni locali. A Pramaggiore, l’azienda agricola Le Carline produce esclusivamente uve biologiche: da una conduzione agronomica sempre attenta a un ridotto impatto ambientale e tesa a un miglioramento qualitativo della produzione, a partire dal 1994 questa cantina, dopo diverse prove, ha iniziato infatti la conversione totale al biologico. Qui regna sovrano il titolare, Daniele Piccinin, giovane presidente della Strada dei Vini Doc, che conduce la sua attività con la moglie. Oggi l’azienda può contare su una produzione di 15 ettari, ricavando 2500 ettolitri di vino, tutto certificato. Il loro motto la dice tutta: “Vino per passione”. Una piccola digressione per un’altrettanto piccola curiosità. Qui infatti, nella barricaia, è possibile scoprire una cosa un po’ inconsueta, perché l’azienda – recentemente ristrutturata con criteri di bioedilizia – si è dotata anche di un’innovazione assoluta: le prime barrique a parallelepipedo, ovvero… la quadratura della barrique. Perché? Più pratiche da stoccare e movimentare, queste barrique “quadrate” sembrano offrire numerosi plus, ma non è tutto. Volendo infatti prestare particolare attenzione all’ambiente, all’ecosostenibilità e al riutilizzo, con questa nuova forma – esaurito il ciclo di vita della botte, che normalmente poi viene eliminata (dopo due o al massimo tre anni) – è possibile ottenere perfette tavole di rovere di Allier utilizzabili in bioedilizia come pavimenti o materiale di rivestimento o, ancora, per costruire mobili. Insomma, una vera e propria “chicca” per gli amanti dei materiali naturali. Proseguiamo lungo la Strada dei Vini, dove è possibile godere del rincorrersi di vigneti e cantine, a due passi dalla storica città di Portogruaro, città gioiello del Lemene, famosa per il centro storico tutto porticato e per i numerosi e pregevoli palazzi di epoca medievale e rinascimentale. Di grande interesse i mulini sul fiume, il caratteristico municipio e la piccola cappella, o sacello, della pescheria. Meritano senz’altro una visita anche il Duomo di S. Andrea, per le opere d’arte e le tele contenute, oltreché per il caratteristico campanile visibilmente storto, e la cinquecentesca villa comunale. In questa stupenda cittadina ha sede anche un museo archeologico, che ospita reperti di epoca romana della vicina città di Concordia, l’antica Julia Concordia, punto di raccordo tra le vie Postumia e Annia, che conserva numerose testimonianze del passato romano, paleocristiano e medievale. Il borgo di San Stino di Livenza, anch’esso antico insediamento romano, oggi città del vino, fu sede di un castello dei patriarchi di Aquileia nel X secolo. Altra stazione romana è la storica città di Annone Veneto, in cui potrebbe essere interessante visitare la chiesa di San Vitale col suo altare maggiore del XVI secolo e altre insigni opere d’arte. Tra terra e mare ecco apparire Caorle, antico centro portuale sul mare, di millenaria tradizione peschereccia, oggi graziosa stazione balneare. Caratteristico il centro storico, la cattedrale e il campanile, testimonianza del glorioso passato di antica sede vescovile. In solitaria e suggestiva posizione, merita sicuramente una visita anche la settecentesca chiesa della Madonna dell’Angelo, eretta a ricordo di un “miracoloso” ritrovamento della statua della Vergine col Bambino. Torniamo nel cuore della produzione dei vini Doc, e precisamente a Pramaggiore, sede della Mostra nazionale dei vini, nonché dell’Enoteca Regionale del Veneto, che con Lison divide l’onore di dare il proprio nome ai vini Doc e che ha ottenuto l’ambìto riconoscimento di città del vino. Queste terre in passato erano tutte attraversate da strade romane utilizzate nei secoli da conquistatori, pellegrini, mercanti e viaggiatori. La zona fu considerata “vigneto” prediletto dai patrizi della Serenissima e ancora oggi il simbolo della Repubblica di Venezia, il leone alato di San Marco, è marchio dei produttori associati al Consorzio Vini Doc. Nei dintorni, oltre agli ottimi vini, si possono degustare piatti tipici della gastronomia locale, che integra i frutti della terra (il mitico radicchio, il formaggio montasio, la polenta e il miele) con i prodotti della pesca. Sarebbe troppo lungo qui menzionare tutte le cantine, i vignaioli, le aziende, le botteghe o i rifugi segreti di Bacco dormiente. Ci limitiamo quindi a segnalare l’indirizzo del sito in cui è possibile trovare tutti gli indirizzi utili per chi avesse voglia di scoprire lungo questa Strada tante prelibatezze: www.stradavinilisonpramaggiore.it. Proseguiamo il nostro tour alla scoperta della laguna e dell’isola della Giudecca, dove è possibile arrivare con traghetti di linea o magari a bordo di un vero e proprio galeone veneziano, che riproduce l’atmosfera delle imbarcazioni utilizzate durante il ‘600 proprio dalla Serenissima (per informazioni: www.jollyroger.it). L’arrivo è dunque a Venezia, con pick up al Tronchetto, direzione Giudecca, isola un tempo riservata al soggiorno dei nobili al bando, i cosiddetti “giudicati”. Qui è possibile ammirare l’antico Molino Stucky, costruito nel 1833 da Giovanni Stucky, imprenditore di origini veneziane e svizzero di nascita, che si affaccia da un lato sul canale della Giudecca e che divenne presto uno dei più moderni e produttivi dell’epoca, arrivando a estendersi su un’area complessiva di 30.000 metri quadri. Oggi il Molino è stato completamente ristrutturato e trasformato in un lussuoso albergo, per la cui gestione è stato raggiunto un accordo con l’Hilton, lasciando però inalterata l’architettura neogotica e la suggestività del sito, che da anni sovrasta il canale della Giudecca e la parte vecchia della città. L’albergo, in fase di ultimazione, punterà a una clientela di altissimo livello e conterà circa 400 camere, una terrazza panoramica, una caratteristica sala da the, oltre a un centro fitness con sauna, idromassaggio, solarium e Beauty farm. L’ultimo piano ospiterà un lussuoso ristorante e un bar esclusivo, tutti affacciati sulla città vecchia. Non mancheranno gli alloggi d’elite, con 55 junior suite e 17 diplomatic suite, oltre a una prestigiosa presidential suite localizzata sulla torre dell’ex-mulino, con terrazzo panoramico ed ascensore privato. Per mantenere la loro privacy senza rinunciare al comfort, gli ospiti potranno usufruire di un molo di attracco privato. Proseguendo, è quasi d’obbligo una visita anche al chiostro e all’attiguo vigneto del Redentore, chiesa progettata dal Palladio alla fine del XVI secolo, con opere di Paolo Veronese, méta della festa popolare religiosa famosa in tutto il mondo, che culmina ogni anno con un prestigioso spettacolo pirotecnico la notte del terzo sabato di luglio. La Giudecca ospita l’ormai storico Hotel Cipriani, una delle residenze veneziane più lussuose, divenuta notoriamente di gran moda per la frequentazione di famosi intellettuali e artisti di tutto il mondo. Lasciamo la Giudecca per navigare “a vele spiegate” in piena laguna, costeggiando varie isole minori e barene, tra cui l’isola della Certosa, dove è possibile intravedere i resti del chiostro del nucleo conventuale, l’alberatura ad alto fusto e la vegetazione spontanea, con la sola eccezione di una radura nella zona Nord, dove si è insediata una nuova darsena. Incontriamo l’isola delle Vignole, anticamente denominata Biniola, o anche “delle sette vigne”, uno dei luoghi privilegiati di villeggiatura degli abitanti di Altino prima, e di quelli di Venezia poi. Qui, secondo il poeta Marziale, la magnificenza delle residenze era superiore a quella di Pozzuoli. Nel VII secolo fu edificata una piccola chiesa, di cui oggi resta solo una cappella dedicata a S. Erosia, affiancata da un piccolo campanile. San Erasmo, prevalentemente con funzioni agricole e difensive, ha svolto per secoli, e ancora in parte svolge, la funzione di “orto” di Venezia, specializzandosi nella produzione di carciofi e uve da cui viene tratto un vino dal sapore salmastro del tutto particolare. L’installazione difensiva più evidente è il Forte di S. Erasmo, che faceva parte di una linea di fortificazioni, la cui realizzazione venne realizzata dal governo napoleonico dopo il 1797, alla caduta della Serenissima, e il recente restauro della Torre Massimiliana. Con lo sguardo verso San Francesco del Deserto, Burano, Torcello, fino a Santa Cristina, rientriamo, anzi sbarchiamo, a Treporti (Cavallino). Oltrepassando la foce nuova del Piave, si attraversano poi Jesolo ed Eraclea, quest’ultima méta turistica naturalistica dalla verde pineta percorsa da docili dune sabbiose. La memoria, conservatrice della sapienza… diceva Leopardi. Ci auguriamo di aver toccato qualche corda utile al suo rafforzamento e di essere riusciti a stimolare la curiosità per portarvi a visitare queste splendide terre di casa nostra, paradossalmente così “vicine” per certi versi, quantomeno storicamente, al lontano Oriente, tanto amato dalla sottoscritta. Del resto, la scrittura è sempre stata questo: far passare il mare in un imbuto, come recita Italo Calvino.