Microcosmo/Macrocosmo

Platone nel Timeo intese invece dimostrarla attraverso un confronto particolareggiato fra il corpo umano e l’universo, giungendo così a elaborare una strana fisiologia di tipo simbolico (una medicina filosofica) in cui tutta l’attenzione è rivolta alla forma degli organi (non alla loro funzione). Dopo aver osservato che le ossa e lo scheletro, le strutture portanti dell’essere umano, possono essere paragonate alla Terra (così come il sangue può essere paragonato all’acqua, il pneuma all’aria e la testa, in quanto sede dell’intelletto, al fuoco), Platone sottolineò con enfasi l’elemento più strano e importante della forma del corpo umano: la sfericità del cranio. Non è affatto per caso, argomentò, che questa sia l’unica parte del corpo che si avvicina alla rotondità: la testa, infatti, nettamente distinguibile dagli altri organi, è la sede dell’anima razionale, del pensiero e delle capacità sensoriali. Nella testa, la sua componente più omogenea al divino, strumento dell’intelligenza e delle funzioni cognitive, l’uomo è perfettamente sferico. E se di fatto, aggiunse Platone in un divertente mito, gli uomini non sono formati dalla sola testa ma possiedono anche un corpo, la ragione è solo di natura puramente funzionale, per esigenze di ordine meccanico. Infatti i primi uomini, androgini perfettamente sferici, erano in difficoltà nel muoversi rotolandosi sulla Terra a causa delle asperità del terreno. Chiesero e ottennero quindi dal Demiurgo l’aggiunta di un adatto sistema di sospensioni (il tronco e le gambe), tale da permettere loro di spostarsi con facilità.
Posta in sordina nel Medioevo, per i suoi evidenti aspetti di animismo e panteismo, l’analogia fra l’uomo e il cosmo ritornò di grande attualità nel Rinascimento, entrando a far parte dei fattori che favorirono la diffusione del pensiero magico. Ancora all’inizio del XVII secolo l’astronomo Keplero, nel suo saggio sull’Armonia dei mondi (1619), paragonò la Terra al corpo di una balena (il cui respiro, più o meno forte durante la veglia o il sonno, darebbe spiegazione delle maree).