Pesticidi nel piatto 2007: quasi metà della frutta contaminata
Presentato il dossier di Legambiente sulla presenza di residui chimici sull'ortofrutta realizzato sulla base dei dati forniti dai laboratori pubblici provinciali e regionali relativi alle analisi condotte nel corso del 2006. Mele e uva le più inquinate. Endometriosi, infertilità e patologie riproduttive tra le malattie potenzialmente determinate dai fitofarmaci. Neonicotinoidi principali imputati della scomparsa delle api.
E’ la frutta la regina dei fitofarmaci, più “inquinata” rispetto alle verdure. Solo la metà dei campioni di frutta (54%) è infatti esente da residui di pesticidi, mentre i campioni decisamente irregolari si attestano sull’1,7%. Eclatante è il caso delle mele, frutto associato tradizionalmente alla salute, di cui solo il 39% è esente da pesticidi; il 30% dei campioni analizzati presenta più di un principio attivo e addirittura
Anche il 20% dei prodotti derivati risulta contaminato da uno o più principi attivi: un dato particolarmente significativo se si pensa che tra questi compaiono proprio quei prodotti tipici del made in Italy (come l’olio e il vino) e alcuni tra gli alimenti preferiti dai bambini come succhi di frutta e omogeneizzati. Oltre l’84% delle verdure analizzate risulta, invece, regolare e privo di residui chimici, il 15% presenta uno o più residui e l’1% è proprio irregolare. Sono questi i risultati di Pesticidi nel piatto 2007 di Legambiente, dossier sulla presenza di residui chimici sull’ortofrutta realizzato sulla base dei dati forniti dai laboratori pubblici provinciali e regionali relativi alle analisi condotte nel corso del 2006, presentato oggi a Roma nel corso di una conferenza stampa che ha visto la partecipazione del
Le api scomparse.
Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”. Albert Einstein
Legambiente e Unione Nazionale Associazioni Apicoltori Italiani hanno deciso di scrivere ai ministri della Salute e dell’Agricoltura al fine di sollecitarne l’attenzione sul preoccupante fenomeno – ormai drammaticamente evidente anche in Italia – della moria delle api a causa della diffusione di alcuni fitofarmaci sistemici in agricoltura. I fitofarmaci in causa sono quelli contenenti molecole neonicotinoidi, che sin dalla loro introduzione in agricoltura in Francia, nel 1991, hanno espresso effetti letali sulle api, determinando dei pronunciamenti giudiziari che, in osservanza al principio di precauzione, hanno vietato l’uso di questi pesticidi su molte colture. Legambiente e l’Unione Nazionale Associazioni Apicoltori Italiani si appellano quindi ai ministri Turco e De Castro affinché s’impegnino ad acquisire con celerità tutti gli elementi che stanno alla base delle denunce degli apicoltori italiani. “Sarebbe un errore - ha dichiarato Francesco Panella – pensare alla moria delle api come a un problema solo per gli insetti o per gli apicoltori. Le api rappresentano infatti un sensibile indicatore di ben più rilevanti conseguenze all’insieme dell’equilibrio ambientale. E se un pesticida può risultare così dannoso per l’ape, riteniamo debbano essere approfonditi anche tutti i potenziali effetti sull’intera catena alimentare e quindi sull’uomo. Voglio ricordare che in Francia sono state emesse sentenze dal più alto organo giudiziario che confermano il mancato rispetto delle garanzie necessarie rispetto ai due principi attivi incriminati, mentre in Italia c’è stato un silenzio assordante in risposta a tutte le denuncie e agli allarmi espressi da diversi e autorevoli soggetti. Chiediamo quindi ai ministri di attivarsi per l’immediata sospensione dei preparati contenenti neonicotinoidi in agricoltura e di predisporre rapidamente tutte le procedure per rivedere l’autorizzazione dei principi attivi che non si limitino allo studio degli effetti immediati ma nel medio e lungo periodo per tutto l’insieme delle forme viventi”.
I pesticidi tra le possibili cause dell’endometriosi e dell’infertilità.
Alcuni princîpi attivi presenti nei pesticidi, sostanze bioaccumulabili e persistenti nell’ambiente, sono conosciuti per la loro attività di distruttori endocrini. E’ per questo motivo che aumentano le ragioni di chi lega l’endometriosi all’esposizione ai pesticidi, che arrivano nel nostro organismo principalmente attraverso l’alimentazione. L’endometriosi è una malattia spesso dolorosa (60 % dei casi circa) fino a diventare anche invalidante per le donne che ne sono affette. In Italia è una patologia che interessa il 4% dei 10.000 ricoveri femminili annui. In tutto il mondo, l’endometriosi colpisce circa 89 milioni di donne e ragazze, senza distinzioni etniche o sociali. In queste donne l’incidenza di allergie, asma e sensibilità a sostanze chimiche è più alta rispetto al resto della popolazione ed inoltre le donne affette da endometriosi sono più a rischio per quanto riguarda le malattie autoimmuni e per alcuni tipi di cancro. “Per aumentare la conoscenza di questa patologia – ha dichiarato Pietro Giulio Signorile - c’è ancora molto da fare, soprattutto per analizzare le varie cause che concorrono a determinarla. Fra queste, vari studi scientifici commissionati dall’OMS e dall’Unione Europea, hanno individuato cause ambientali come l’inquinamento chimico, da diossina, PCB e pesticidi. La correlazione tra le diossine i composti diossina-simili e alcuni principi contenuti nei fitofarmaci più utilizzati, da una parte, e l'endometriosi, dall'altra, è stata dimostrata finora su modelli animali, tanto che, prima l'OMS nel 1998 e poi