AGRITURISMO, SETTORE IN CRESCITA


Sono le regioni del Nord quelle più vocate al turismo legato alle cose buone della terra, con in cima alla lista il Trentino Alto Adige, mentre il centro registra il 35 per cento con la Toscana al primo posto nazionale. Sud ancora lontano dalle cifre delle regioni settentrionali, con il 19,2 per cento del totale nazionale.

di Andrea Tenconi

L'agriturismo in Italia ha rappresentato e indubbiamente continua a rappresentare la multifunzionalità dell'impresa agricola, elemento fondamentale per lo sviluppo economico delle imprese del settore, che per l’Italia rappresenta il secondo segmento dell'agricoltura in termini di fatturato. Negli ultimi anni anche Internet si sta affermando come un valido strumento per facilitare la promozione delle vacanze in campagna, grazie a siti specializzati e a un crescente ''passaparola informatico'' che guida spesso la scelta delle strutture e delle località. Secondo la Coldiretti, dopo l'albergo, le case di parenti o amici, e quelle in proprietà, la vacanza in agriturismo si classifica come la più gettonata in occasione di ponti brevi e weekend. Sempre per Coldiretti, se il trend positivo sarà confermato anche a Natale, per la vacanza in campagna nel 2007 si registrerà un aumento al 10 per cento nel giro di affari degli agriturismi italiani che, per la prima volta, dovrebbe raggiungere a fine anno il valore di un miliardo di euro, per effetto sia di un aumento della domanda che dell'offerta. Tra i clienti non mancano gli stranieri (25 per cento) e prevalgono i giovani (55 per cento) con età compresa tra i 18 e i 35 anni, grazie a un notevole miglioramento del settore, che è in grado di offrire servizi diversificati tra loro. Servizi che non attirano solo gli amanti della buona cucina e della serenità, ma anche escursionisti, nostalgici delle antiche tradizioni, sportivi, creativi e amanti dell'avventura. In particolare, visite alle aree protette e ai parchi per birdwatching e immersioni nella natura sembrano essere le tendenze emergenti della vacanza in campagna, insieme alla più tradizionale ricerca di cibi genuini e di riposo. Nel 2006 sono risultate solo 497 le cessazioni di attività, contro le 1.907 nuove imprese avviate. E’ quanto emerge dall'ultima indagine Istat relativa all'andamento del comparto agrituristico, aggiornata alla fine del 2006, dalla quale desumiamo tutta una serie di interessanti dati, che qui riportiamo in parte. Sono per esempio 16.765, con un incremento del 9,4 per cento rispetto all'anno precedente, le aziende agricole autorizzate all'esercizio dell'agriturismo, vale a dire quelle regolamentate dalla legge 20 febbraio 2006, n. 96, che definisce l'agriturismo come attività di "ricezione e ospitalità esercitata dagli imprenditori agricoli attraverso l'utilizzazione della propria azienda in rapporto di connessione con le attività di coltivazione del fondo, di silvicoltura e di allevamento di animali". Quelle del Nord sono le regioni più vocate al turismo legato alle cose buone della terra, con il 45,7 per cento del totale nazionale. In cima alla lista il Trentino Alto Adige, con 3.169 aziende, seguito da Bolzano con 2.916, e Veneto con 1.124. Poi ancora la Lombardia con 966 agriturismi e il Piemonte con 795. Il centro registra invece, sempre secondo i dati Istat, il 35 per cento, con la Toscana al primo posto nazionale (3.798 aziende). A quanto risulta, il Sud è ancora lontano dalle cifre delle regioni settentrionali, con il 19,2 per cento del totale nazionale. Qui la Campania regna sovrana, con 710 aziende, seguita subito dopo dalla Sardegna, con i suoi 611 agriturismi autorizzati. Pochi quelli situati in pianura, solo il 14 per cento, mentre in collina (oltre il 50 per cento) e in montagna sembra esserci una maggiore presenza di attività. Dato curioso, emerso dall'indagine, è il ruolo delle donne nella gestione di tali attività: mentre infatti in tutta Italia gli uomini gestiscono quasi il 66 per cento delle imprese agrituristiche, in Toscana, regione con il maggior numero di agriturismi, va alle donne il ruolo da protagoniste con il 40 per cento del totale regionale, e oltre il 20 per cento di quello nazionale. Le aziende agrituristiche aumentano in misura diversa nelle varie ripartizioni territoriali, e stavolta è il Centro-Sud a registrare le maggiori percentuali positive. Mentre infatti, nelle regioni settentrionali, la crescita (+677 unità, pari a +9,7 per cento) assume carattere generalizzato con andamenti particolarmente consistenti, nelle regioni centrali si riscontra un aumento complessivo di 511 unità (+9,5 per cento). In particolare, gli incrementi maggiori riguardano la Toscana, con un +7,7 per cento, e le Marche che registrano un +27,4 per cento. Anche se il ritmo di crescita risulta differenziato sul piano territoriale, la presenza degli agriturismi nelle regioni centro-meridionali rappresenta il 54,3 per cento del totale nazionale, come nel precedente triennio 2003-2005, a fronte del 45,7 per cento registrato per le regioni settentrionali. A registrare ulteriori aumenti sono poi le specificità delle aziende legate all'alloggio, che segna un incremento rispetto al 2005 del 10 per cento, alla ristorazione (+9,7 per cento) e alla degustazione (+4,8 per cento). Le aziende autorizzate all'esercizio di altre attività agrituristiche come l'equitazione, l'escursionismo, le osservazioni naturalistiche, il trekking e lo sport sono 9.643, pari al 57,5 per cento degli agriturismi italiani; rispetto al 2005, si registra un incremento di 888 unità, ovvero un +10,1 per cento. Diversamente da quanto rilevato per l'anno precedente, nel 2006 la crescita rilevata nelle regioni centrali (+412 unità, pari a +17,2 per cento) è inferiore a quella riscontrata nel Nord (+480 aziende, pari a +14,2 per cento); nel Mezzogiorno il calo rilevato nel 2005 viene largamente compensato dall'attuale incremento di 225 unità (+13,7 per cento). Tale andamento dipende in particolare dalla maggiore offerta di pacchetti agrituristici, comprensivi di altre attività agrituristiche, registrata in Trentino Alto-Adige, Calabria e Veneto, dove riguarda rispettivamente 180, 131 e 130 aziende; nelle altre regioni, invece, gli incrementi risultano più contenuti. Ancora dallo studio dell'Istat emerge che, rispetto all'anno precedente, tutte le singole tipologie risultano in aumento; l'unico calo riguarda le osservazioni naturalistiche (-58 unità). In termini assoluti, la crescita è maggiore per le attività varie e lo sport (rispettivamente 755 e 208 unità). Un andamento positivo anche quello del settore del turismo enogastronomico, ancora più evidente se si prendono in analisi gli anni precedenti. Tra il 1998 e il 2006, infatti, le aziende agrituristiche in complesso crescono da 9.718 a 16.765 unità, registrando un incremento del 72,5 per cento, gli alloggi passano da 8.034 a 13.854 unità (+72,4 per cento), i ristori da 4.724 a 7.898 unità (+67,2 per cento), mentre le aziende con degustazione e altre attività agrituristiche aumentano con un ritmo ancora più sostenuto, conseguendo incrementi pari, rispettivamente, al 138,5 per cento e al 135,9 per cento. Fra le altre attività, l'escursionismo e l'equitazione aumentano rispettivamente del 65,4 per cento e del 22,9 per cento. L'analisi dei dati mette in evidenza il forte sviluppo di un settore che, pur restando di nicchia, cresce molto sia a livello complessivo sia nelle singole tipologie. L'alloggio e la ristorazione costituiscono le principali attività agrituristiche, spesso arricchite dalla degustazione. L'agriturismo si conferma come una realtà tipicamente italiana, diversa dal turismo rurale diffuso negli altri Paesi europei. Lo stretto legame fra l'attività agrituristica e la gestione complessiva dell'azienda agricola qualificano dunque il settore come una risorsa fondamentale della realtà agricola, rurale e turistica del Paese.